Scorpions live a Roma: sicuri di avere 50 anni?
Gli Scorpions sono una di quelle band che appena le nomini ti fan pensare al classico dei classici, ‘Wind Of Change‘.
Brano scritto nel 1989, dietro l’apparenza di ballad lenta e romantica svela invece i retroscena di preoccupazione ed impegno politico della band, che per il testo si è ispirata alle vicissitudini storiche dell’Europa dell’Est di quegli anni.
Ma gli Scorpions sono anche altro, molto altro, e lo dimostrano i 50 anni di carriera che si portano alle spalle con una tradizione di brani dal sound che spazia dall’hard all’heavy rock, racchiusi in 19 album studio dei quali, l’ultimo, uscito proprio nel 2015 (“Return To Forever”).
In un periodo che vede diverse band alle prese con anniversari importanti (anche gli Who stanno festeggiando in tour “Hits 50!“) ecco che la band di Hannover si regala un compleanno lungo quanto una vita con una tournée mondiale.
Noi li abbiamo seguiti nella tappa italiana di Roma, al Palalottomatica, il 9 novembre, ed è stata una serata che è andata ben oltre ogni aspettativa.
Se da un lato è stato strano notare che la data capitolina del tour non è andata sold out, è stato rincuorante captare il calore e l’affetto dei fans presenti.
L’apertura dello show è stata affidata ai Rhapsody Of Fire, band power metal da Trieste (ex Rhapsody).
La struttura sonora del gruppo ha evidenziato al meglio quella che da sempre è la loro caratteristica principale, ovvero la timbrica del cantante, Fabio Lione.
Di stampo lirico tenorile, essa è la giusta personalizzazione necessaria ad interpretare i testi delle canzoni, che hanno abbracciato il Palalottomatica in modo ineccepibile.
Alle 21.30, un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, sono arrivati loro, gli Scorpions.
Il palco è stato coperto da un enorme sipario raffigurante la cover di “Return To Forever”, calato a terra quando sono partite le chitarre di ‘Going Out with a Bang‘.
‘Energia’ e ‘carisma’ sono i primi aggettivi ai quali si riesce a pensare guardando Rudolf Schenker e Klaus Meine, gli unici due membri originali della band.
Senza mai troppo fermarsi e perdersi in chiacchiere, il concerto parte in pompa magna e non dà segni di cedimento durante tutta la serata.
Da ‘Coast to Coast‘ a ‘In the line of fire‘, senza tralasciare la già citata ‘Wind Of Change‘, gli Scorpions regalano al loro pubblico uno show senza eguali tra chitarre roboanti e momenti più intimi e gustosi, al limite dell’emozione se si pensa che da ben 50 anni questa band calca le scene mondiali.
Incantevoli e degni di nota i suoni della batteria di James Kottak, l’uomo dalle mani veloci ed irrequiete: è sempre uno spettacolo notare la padronanza del proprio strumento, la sicurezza nel suonarlo e la sfrontatezza nel lanciare al vento o nel roteare le bacchette durante le esecuzioni dei brani.
Cosa si può aggiungere quando si parla di una band come quella degli Scorpions?
50 anni sono un arco di tempo pazzesco e la band li porta magnificamente: resta infatti difficile coniugare l’età anagrafica dei membri con quanto accaduto sul palco del Palalottomatica.
A parte una sana voglia di concedersi è stupefacente pensare ai salti e alle corse lungo il palco da parte di questi “nonni del rock”, anche se definirli così è per alcuni di loro esagerato.
E allora, riformuliamo il concetto ricordando che Schenker e Meine sono classe 1948, ovvero, hanno 67 anni: si può solo sperare di arrivare a quell’età con quel carisma.
Photogallery della serata a cura di Andrea Fiaschetti
Ulteriori info sulla serata qui.