“Who’s Next”, l’emblema del rock
Se qualcuno avesse voglia di avvicinarsi all’ascolto del rock e vi dovesse chiedere un consiglio, non esistate.
Nessun giro di parole, pagine web o farfugliamenti citando ipotetiche classifiche musicali: il solo nome da considerare è quello dei The Who, nello specifico con il loro quinto album, “Who’s Next”.
Inserito dalla rivista “Rolling Stones” al 28° posto nella lista dei migliori album di sempre, in realtà “Who’s Next” è molto di più.
È il rock in tutte le sue forme, suoni, forza e carisma.
Pubblicato nel 1971 a cavallo tra i due concept album “Tommy” (1969) e “Quadrophenia” (1973), in realtà “Who’s Next” era stato pensato a sua volta come una rock opera che avrebbe dovuto prendere il nome di “Lifehouse“, ma il progetto fu ben presto abbandonato.
Le tracce già scritte furono però riprese e utilizzate da Pete Townshend, autore di tutti i brani (tranne ‘Love Ain’t For Keeping‘ e ‘My wife‘ del bassista John Entwistle) per la realizzazione di “Who’s Next”.
L’album nell’insieme si rivela una miscela esplosiva di suoni e parole, grazie anche alla grinta di Roger Daltery e alla ritmica pazzesca di uno dei più grandi batteristi che la storia del rock possa ricordare, Keith Moon.
Troviamo inoltre in alcuni brani come guest anche il pianista Nicky Hopkins.
Il disco si apre con ‘Baba O’Riley‘, un pezzo immenso che evidenzia i primi approcci del gruppo con i sintetizzatori.
Questa pratica verrà ripresa in maniera abbondante anche in seguito, con la composizione di “Who Are You” (1978).
Oltre ai due pezzi già citati di Entwistle, l’album contiene canzoni come ‘Going Mobile‘ e la stupenda ballad ‘Behind Blue Eyes‘ .
Forse manifesto del gruppo, in “Who’s Next” troviamo anche ‘Won’t Get Fooled Again‘.
Quest’ultimo brano, già scelto da Townshend per chiudere “Lifehouse”, fu ispirato al chitarrista dalla lettura del libro “The mysticism of sound and music”.
Gli fece venire l’idea di utilizzare le nuove tecnologie legate ai sintetizzatori come mezzo per trasmettere al pubblico una teoria: quella dell’armonia creata dall’accordo universale, la stessa descritta nel libro.
Fu grazie all’aiuto di alcuni tecnici che Townshend intervistò così diverse persone.
Le domande vertevano su svariati argomenti, la cosa importante era registrare le risposte unitamente ai battiti del cuore, le onde cerebrali ed addirittura le previsioni astrologiche.
L’insieme di questi elementi doveva poi essere trasformando in una serie di impulsi sonori, tradotti in suoni veri e propri con l’aiuto di un organo Lowrey collegato ad un sintetizzatore EMS VCS 3.
Editata ed uscita come singolo, ‘Won’t Get Fooled Again‘ sarà inserita nell’album in versione completa, con una durata di 8 minuti e 32 secondi.
La magia del rock è cosa semplice da imparare: mettete in ascolto “Who’s Next” e ne avrete la riprova.