“Metro”, nel mondo perfetto di Duncan Brown e Peter Godwin
Come catalogare un album che, concepito in un certo contesto musicale nel 1974, vede la luce in un contesto totalmente diverso nel 1977?
“Metro”, dell’omonima band inglese, nasce dagli ultimi sospiri del glam rock e del progressive e si affaccia sui primi vagiti del punk.
Anticipando new wave e new romantic, se vogliamo già dalla copertina in cui Duncan Brown e Peter Godwin ci indirizzano verso il loro stile.
Poi inizia l’ascolto e si è proiettati totalmente nel loro mondo già al primo brano.
‘Criminal World‘ (sì, quella di cui David Bowie ci regalerà la sua cover in “Let’s Dance” del 1983) è un autentico capolavoro.
Suoni ficcanti ma mai invasivi di chitarre e basso si accompagnano a synth e moog su una ritmica sostenuta da Simon Phillips (poi con Roxy Music e Mike Oldfield, tra gli altri) che ammaliano già dal primo ascolto.
Spesso, all’ascolto di un album con una partenza così forte, si teme che il resto del disco non sia all’altezza.
Non è questo il caso, ‘Criminal World‘ è solo la prima pietra di un gioiello unico.
“Metro” racchiude nove pezzi che viaggiano da soli e, contemporaneamente, formano un disco da assaporare nella sua totalità.
Influenze folk, psichedeliche, progressive, pop, glam: è un album che prende, lascia e riprende.
Tutto ciò che nel momento in cui viene prodotto sta per morire, viene indirizzato verso ciò che sta per nascere.
Proprio per questo, come detto prima, è difficile collocare “Metro” in un solo genere musicale.
L’album avrà un riscontro commerciale praticamente nullo, grazie anche al boicottaggio della BBC nei confronti proprio di ‘Criminal World‘, a causa dei contenuti sessuali.
Contenuti che troviamo anche nel resto del disco, dove le sonorità che regalano gioia e purezza all’ascolto si scontrano con testi cupi, che richiamano a stili di vita notturni viziosi in cui si perde il senso di moralità.
Un unico consiglio su questo disco: reperirlo, ascoltarlo, amarlo.
Sono curioso di capire come mai dopo un album cosi’ tosto , ricordato dopo 50 anni e celebrato da david bowie , successivamente i metro non hanno fatto altri album e proseguito la carriera insieme.