Oca Nera Rock

Turn ON Music

Cream - Disraeli Gears

“Disraeli Gears”, la psichedelia raggiunge il blues

Nel 1967 i Cream rappresentano uno dei tasselli di fondamentale importanza nella storia della musica “moderna”: il loro sound si ispira alle musiche afroamericane, il blues delle origini, quello del delta del Mississippi e il rock ‘n’ roll degli anni Cinquanta, e arriva in terre molto vicine all’hard rock.

Ginger BakerJack Bruce (insieme nei Blues Incorporated e nella Graham Bond Organization) e l’allora giovanissimo Eric Clapton (figlio dei The Yardbirds e dei Bluesbreakers di John Mayall) hanno accompagnato il blues-rock dei bianchi verso l’hard rock di gruppi come i Led Zeppelin.
I Cream propongono quindi un rock-blues molto elaborato e di complessa esecuzione, con incursioni nel jazz, nell’hard rock e nella psichedelia.
“Disraeli Gears” è il secondo album del gruppo, inciso nel 1967 a New York negli studi della Atlantic, ed è ancora oggi considerato pietra miliare e simbolo di riferimento per i cultori della musica e non solo per gli amanti del genere.
L’importanza di aver inciso negli Stati Uniti è rilevante per capire come mai i tre aggiungano tocchi di psichedelia alle loro sonorità blues: si ritrovano in contatto con la società americana pre-sessantottina, ne assimilano il modo di pensare e di vivere dell’epoca e decidono di riversarlo in musica, mescolandolo con le esperienze che si portano dietro dal vecchio continente.

Il successo commerciale dell’album è notevole, grazie a pezzi come ‘Sunshine Of Your Love‘, ‘Tales Of Brave Ulysses‘ e ‘Strange Brew‘.
Ma il disco in generale, è una fucina di idee dei tre musicisti, che riusciranno ad esprimerle non solo in questo album ma anche (e forse meglio) nel successivo “Wheels Of Fire”.
Anche la copertina di “Disraeli Gears” resterà nella storia, come una delle più psichedeliche mai viste in circolazione: l’opera centrale è una foto di Robert Whitaker rielaborata graficamente da Martin Sharp.

Andy Partridge, chitarrista e cantante degli XTC, dirà a proposito dell’importanza delle cover degli album: «In quel periodo quando mettevamo le mani su un nuovo disco, correvamo a casa per studiare religiosamente ogni immagine, ogni virgola e geroglifico che si trovava sulla copertina, per captare ogni minima sfumatura nascosta di significato. Era vitale credere che il gruppo stesse tentando di stabilire un contatto con te attraverso le immagini, che stesse comunicando in codice qualcosa di profondo usando un miscuglio di segni a prima vista senza alcun senso. Leggevo scrupolosamente ogni parola, ogni riga, passando ore a domandarmi quale messaggio nascondesse la scritta “Stampato in GB”».

I Cream sono forse il primo esempio di supergruppo: tre eccezionali musicisti che vengono da esperienze diverse, e che ben presto tenteranno di prevalere l’uno sugli altri.
Tre forti personalità che non riusciranno a mettere da parte le invidie e le ambizioni personali per continuare sulla strada intrapresa, e che porterà inevitabilmente allo scioglimento del gruppo.

Un commento su ““Disraeli Gears”, la psichedelia raggiunge il blues

  1. Una delle speciali peculiarità del trio, in particolare dal vivo, è la filosofia free form, che li ha resi davvero prototipici, al punto da calamitare il sincero di interesse di un tipo dal buon fiuto come Hendrix. Forse solo Beefheart gli si avvicina in termini destrutturanti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.