A Produce – Reflect Like a Mirror, Respond Like an Echo
A Produce.
Nato quale Barry Craig, è stato (purtroppo è deceduto nel settembre 2011) un sublime musicista elettronico/ambient di Los Angeles, molto attivo sin dagli anni ’80 fino alla metà degli anni 2000.
Craig iniziò ad emancipare le sue alchimie nelle cantine californiane, ancorando dentro cassettine autoprodotte esperimenti sonori bombardati dalle influenze dei poemi tonali propri del Brian Eno della prima metà degli anni ’80; di lì avrebbe poi svoltato di netto verso le proprie esondazioni iperuraniche.
La sua prima esplosione su Marte fu l’album “The Clearing” (Trance Port, 1988), che nonostante fulgide intuizioni di avanzamenti ambientali passò piuttosto inosservato.
Il lavoro però (come spesso capita ai loser) fu ben ri-valutato parecchi anni dopo.
I cosiddetti “onori delle cronache” A Produce li va a incontrare col successivo “Reflect Like A Mirror Respond Like an Echo”, che, nonostante le eccelse produzioni incardinate nei suoi sette album successivi , ancora oggi rimane per me la sua “opera maxima”.
Il disco rappresenta un’opera magistrale della seconda generazione di musica ambientale, nella quale A Produce metabolizzò gli anatemi di Eno, Hassell e Budd.
Dai loro libri Craig assunse delle nuove ottiche espositive sulla musica dei popoli, sulla gestione delle stasi emotive, sulla evoluzione delle dissolvenze. Circondarsi di musicisti come Ruben Garcia e Chas Smith, al tempo collaboratori abituali di Harold Budd, non fece poi che calibrare ancora meglio le sue intuizioni sui tappeti sonori nei quali andò a dispiegare le sue elegie assolute.
Nel complesso, l’alea creativa di A Produce si mosse, quasi inquietante, a sondare i misteri nascosti dell’anima. I suoi tagli sonori sono prolungati, ipnotici, e l’ensemble al suo servizio scintilla musica come la volesse trasformare in un movimento molecolare casuale.
Il cammino, l’incedere si colora allora di tratti ultraterreni, nel quale si inseriscono note allungate, pause di cammino, echi infiniti.
Ogni pezzo è lucido e profondo, una meraviglia suggestiva che ispira a volte uno stato di allerta, a volte uno stato di serentità. Le mosse del maestro Budd a volte permeano tra i solchi delle costruzioni sonore, ma Craig le riduce a pure citazioni creative, a scie di dovuta deferenza.
“Reflect Like a Mirror, Respond Like an Echo” diventa la mossa per sedurre il proprio umore su molti versanti, è musica ambient attiva, è derivazione elettronica, è abbondanza di suoni lussureggianti, suoni caldi che invitano, invitano e attirano. Ruben Garcia esplode assist totali nella title track, attira le farfalle nel suo retino, si odono aperture di tasti a garantire che le ferite stanno per aprirsi di nuovo.
È dolorosamente affascinante invece ‘Clear Pools‘, che si colora di tonalità oscure di un’elettronica sulfurea, sostenuta senza soluzione di continuità dagli accordi digitali sorprendenti di Garcia stesso.
Abbiamo citato già Eno, Budd, Hassell, ma per capire quante inclinazioni segua questa immaginifica opera dovremmo portare fuori scorie di Roach, Rich, Borden, Suso Saiz e Carl Stone.
Il risultato è un viaggio trance meditativo senza fine, un tour di assoluta sublimazione interna ed esterna. La trance esplorativa di A Produce vola alta, lancia il suo laser scanner sopra tante zolle del pianeta terra, per decollare spessissimo verso vette oltre nuvolari.
‘Rousseau’s Jungle‘, ‘The Marble Staircase‘, ‘Sunstream‘ generano un forte sapore etnico che non propone punti di riferimento, come puntassero ad etnie ancora da venire…
In queste tracce Craig scansa parzialmente l’alea meditativa per guadagnare spazio tra i colori delle genti del pianeta terra.
E tra lo stridere solo apparente che emerge tra le sue tracce terrene e quelle ultraterrene si compone il gioco del disco: essere un UFO, un oggetto alieno non identificabile, che racchiuda solo stati d’animo sfuggenti ad ogni possibile intercettazione.
Questo è “Reflect Like a Mirror, Respond Like an Echo”: un alveo dentro il quale “il produttore” fuse moderni sintetizzatori a strumenti tribali, suoni di flauti giapponesi a campionatori.
«Riflettere come uno specchio, rispondere come un’eco» è una sfida alla categorizzazione, un equilibrismo ordinato tra la musica Ambient, la New Age evoluta, la Trance, e gli impulsi cosmici. Equilibrismo che genera una trasformata totale verso la fusione vera, nella quale ogni ambito sonoro trova il suo spazio e la sua colorazione.
L’opera fu realizzata, come usanza prelibata della etichetta di A Produce (la Trance Port) in una elegante confezione digipack, curata nell’estetica e nei materiali a corollario.
Già, la Trance Port.
Perché Barry negli anni è rimasto sempre autoprodotto, sempre dedito alla confezione artistica speciale, cercando di creare veri e propri oggetti d’arte.
Un autentico, schivo, timido Don Quixote, che un giorno ebbe a dichiarare «Per me, la musica trance è una qualcosa di ipnotico, seducente. Essa trae gradualmente l’ascoltatore in una fase luce di ipnosi. Qualcosa che possa rendere la persona fuori delle sue quotidiane “porte trance” di routine per condurlo verso uno stato alterato in cui i pensieri possano viaggiare. Per me, la musica trance è una costruzione astratta, sempre. Può essere chitarre rock, può essere battito di tamburi; può essere sintetizzatori, può essere macchine industrial, può essere il vuoto, può essere la dissonanza, può essere dolce, può essere aggressiva, può anche essere ambientale. Spesso, può essere più di una di queste cose allo stesso tempo. Questa è musica profonda che lascia molto all’interpretazione introspettiva dell’ascoltatore, per indurlo a tornare, ancora e ancora. Nella mia versione della musica trance, cerco di grande varietà, mescolando tutti questi elementi. Molti dei miei pezzi sono diversi per stati d’animo e per le impostazioni – atmosferica, melodica, percussioni, etnica. Cerco di non ripetermi a differenza di tanti altri che fanno questo genere di musica. Mi piace che ogni pezzo sia unico verso se stesso».
A Produce, “Reflect Like a Mirror, Respond Like an Echo” , non avrete difficoltà a mescolarvici, non avrete scampo a sfuggire alla sottile tela di ragno che costruirà attorno a voi.
Artista |
A Produce
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Disco | Reflect Like a Mirror, Respond Like an Echo |
Anno | 1992 |
Etichetta | Trance Port |
Genere musicale | ambient, elettronica |