ESSENTIALS 06
Essentials
- Granitico
- Impetuoso
- Allucinogeno
Parola Chiave: GRANITICO
Backjumper – Haze
Etichetta: autoproduzione
Tornano più in forma che mai i Backjumper, colonna portante del post-hardcore pugliese.
Con ‘Haze‘ propongono 9 tracce senza pietà, frutto di un delirio “lungo” ed intenso.
‘The Blessing‘ vanta sonorità a cavallo tra il southern e lo stoner, caratteristica atipica per band il cui sound risulta qui più vicino allo sludge che all’hardcore.
‘Black youth‘ è il brano più tenebroso del disco, caratteristica accentuata dal growl nel finale.
Non mancano comunque liriche orecchiabili, tra le quali va citata ‘The day I died‘, vicina ai primi Deftones.
L’ennesimo genere al quale la band aderisce? ‘Wolves at my door‘ molto emo-metalcore in stile Aiden.
[©Loris Taraborrelli]
Parola chiave: IMPETUOSO
Inner Scent – Even If
Etichetta: autoproduzione
Ecco l’esordio degli Inner Scent, trio art-punk milanese alle prese con ‘Even If’, uscito a marzo per la Seahorse Records: basso, violoncello, batteria e line-up per 2/3 al femminile.
Il gruppo dimostra sin dall’inizio lo spessore stilistico che lo caratterizza: con ‘Trascend’ basta il suono del violoncello raggiunto da una voce “maledetta” a dar l’idea di un disco impetuoso.
‘Even If‘, brano che dà il nome all’lp, conquista dal primo ascolto avvolgendo l’ascoltatore in un vortice sonoro.
La scelta che tuttavia reputo vincente è quella di aver usato una batteria garage-punk che ricorda Meg White dei White Stripes.
E’ grazie a questo elemento che la band compensa l’inevitabile “vuoto” sonoro che si crea con l’accostamento di due strumenti per certi aspetti “incompleti” quali basso e violoncello.
Dinamicità, arrangiamenti semplici ma efficaci, sound feroce, acido ed altisonante: queste le chiavi di ascolto degli Inner Scent.
[©Loris Taraborrelli]
Parola chiave: ALLUCINOGENO
High Mountain Bluebirds – Floral Tapestry
Etichetta: autoproduzione
‘Floral Tapestry‘ è l’ultimo Ep dei veneziani High Mountain Bluebirds, trio incline allo psychedelic rock nella sua versione pop ed inglese.
‘You can see the light‘ ne è l’esempio vivente, o meglio, “suonante”: un riff più che sostenuto, un ritornello orecchiabile e tanta, ma tanta psichedelia, figlia di una chitarra ricca di chorus.
‘Poete Maudit‘ si avvicina all’allucinogeno e allo stupefacente: quiete ad inizio brano e bel breakdown molto indie alla fine.
Il sound pecca in originalità, è azzeccato ma non molto elaborato: sarebbe stata interessante l’introduzione di nuovi/inusuali strumenti tipici della psichedelia, partendo dalle percussioni finendo con gli strumenti a fiato.
Gli High Mountain Bluebirds avrebbero potuto sfruttare meglio la scelta stilistica proponendo un prodotto più personale.
[©Loris Taraborrelli]