Il pagellone di X-Factor
Facciamo finta per un giorno che X-Factor sia la musica reale. Facciamo finta che la musica alternativa, underground, indie non esista più. Ci troviamo su un’isola deserta dopo una catastrofe nucleare e ci rimangono solo un paio di birrette e un abbonamento Sky.
Di già che siamo qui a fare un cazzo… non solo seguiamo X-Factor, ma facciamo anche il pagellone!
Gaia 6. Il suo percorso: figlia dei fiori → Joss Stone → festini nell’attico di Fedez → Mariah Carey. Burrosa.
Alvaro Soler 4. Bueno, io credo que Alvaro Soler non abbia davvero vinto: più che altro è salito sul carro dei vincitori. Visto così mi sembra uno di quelli che ce l’hanno contro gli immigrati. Non si spiega altrimenti l’esclusione iniziale dei nigga della swagga Soul System a vantaggio di un gruppo inutile di razza ariana, errore enorme che solo il Fato ha potuto correggere. Ma se pensiamo ai successi discografici di Alvaro, è evidente che nella vita il culo non gli manca. Seduti accanto, Alvaro Soler e Fedez sono una bella coppia, mi sembrano Pippo e Topolino.
Biagioni 6+. Belloccio, simpatico, dotato. Rimane memorabile l’epic fail dell’idea di Manuel Agnelli di fargli cantare la sua ‘Ballata per la mia piccola iena’! Segretamente capellone.
Roshelle 7+. Non si dice ma diciamolo: sesso di fuoco con Fedez. “La concorrente discograficamente più a fuoco” vista da qui sembra più una concorrente potenzialmente da Grande Fratello, però le va riconosciuto che i suoi extrabeat spaccano. Felina.
Daiana Lou 10. Trattasi di lei cantante + lui chitarrista, fidanzatini, bravi. Ma parliamo di lui, che nelle clip e nelle interviste non parla mai: tra me e me l’avevo battezzato “il Muto”. Un giorno il Muto decide di parlare, si autoelimina dalla gara e in due parole distrugge un intero programma. Momento alto.
Fedez 6-. La sfida a “chi ce l’ha culturalmente più lungo” con Manuel Agnelli sembra in realtà più un flirt intellettuale, non so se avete presente quella complicità morbosa che si crea tra due fanatici di musica indie che scoprono di ascoltare gli stessi gruppi sconosciuti, sciapi e di fallimento garantito. Se faccio finta di non aver mai sentito un pezzo di Fedez (boh credo di non averlo mai sentito davvero) capisco che l’universo X-Factor ha bisogno di uno come lui, un po’ nuovo stereotipo del milanese, dopo la Milano da bere, la Milano da pippare. Lo ricordiamo per la siga elettronica e per i suoi outfit, come dire, vistosi. È la sua fidanzata fashion blogger Chiara Ferragni a vestirlo. Però è Roshelle a svestirlo.
Arisa 3. Ecco una che ha la ciucca aggressiva, mai invitarla alle feste. Ubriachezza molesta.
Eva Pevarello 7. Una “che ha dentro una grande storia da raccontare”, ok, fantastico, ma non ho capito quale. In tre mesi di puntate potevate trovare due minuti per raccontarla anche a me?
Soul System 8. Primi concorrenti saliti sul palco in questa edizione, ultimi a lasciarlo. L’unico “white nigga” del gruppo è quello che suona lo strumento nigga per eccellenza: le percussioni. Vincono meritatamente nonostante il loro giudice non capisca un cazzo di musica, ma loro sono i nigga della swagga, e come ci ripetono i giudici fino allo sfinimento, sono unici nel “creare una festa sul palco”.
Manuel Agnelli 5/6. Se ripenso a quanto aveva fatto scalpore il suo ingresso a X-Factor, mi sembra si sia trattato di tanto casino per nulla. La sua partecipazione si è rivelata né una vera delusione, né una vera soddisfazione. “Disturbante” è affatto altra cosa. L’unica cosa che si può ammettere è che ha sempre assegnato ai suoi concorrenti canzoni non banali. Però… chiedere a uno come Giuliano Sangiorgi di scrivere un inedito per un concorrente è davvero un brutto tiro. Provo a immaginare com’è andata:
Eva passa in semifinale, la serata degli inediti: non vede l’ora di far sentire una canzone che ha scritto lei, come quella prima volta alle selezioni, in cui aveva incantato i giudici.
Invece arriva Manuel Agnelli degli Afterhours che le dice: “lascia perdere le canzoni indie rock, ho chiamato il mio amico Giuliano Sangiorgi dei Negramaro che scriverà una canzone per te, una cosa più alla Sanrem… ops… Modugno”.
Rodrigo D’Erasmo, il vice-Manuel, come al solito ride sotto i baffi: pensa sia una battuta. “Ah ah buona questa Manuel!” ma poi arriva Biagioni che gli dice “guarda che è vero, e la mia canzone la scrive un tizio che si chiama Dio qualcosa…”
Manuel ma sei fuori? Una volta almeno avresti chiamato che so, Marco Parente. Cesare Basile. Giorgio Ciccarelli. Invece fai scrivere gli inediti a gente che appartiene al mondo che pensavo tu combattessi. Gente che ingrassa con i ritornelli neomelodici e i festival dei fiori. Gente che solo chiamarla è già una preghiera.
1996/2016: da “porco Cristo” a Diodato/Sangiorgi.
Xtra Factor 2. Che palle. Se qualcuno non sapesse di cosa stiamo parlando: c’è una sosia di Selvaggia Lucarelli, Elio che non fa ridere, Mara Maionchi che non vede l’ora di andarsene a letto, e insieme allungano la minestra con dei cantanti idioti caricaturali tipo la Corrida di Corrado. Tenevo acceso fino al Mara Dixit, poi nemmeno quello: ci metto una X sopra.
Finisce qui il pagellone, ringrazio anch’io Luca Tommassini, e ritorno di colpo nel mondo della musica reale.
Il prossimo ritorno nella musica da intrattenimento potrebbe essere Sanremo, ma visti i nomi agghiaccianti di quest’anno vedo poco probabile un mio coinvolgimento. Il Festivalbar non lo fanno più. Castrocaro ha un nome che mi incute timore. Arezzo Wave non mi hanno selezionato.
Che fare? Mi resta solo aspettare che torni sul teleschermo della mia isola deserta dopo catastrofe nucleare il prossimo X-Factor e il bravo presentatore Alessandro Cattelan (possibilmente con i calzini stavolta).