Quando sei diversamente abile anche solo per un concerto
Quello che non si sa sugli eventi live per chi è portatore di handicap: la storia di Rosario.
Su Facebook stanno prendendo piede sempre più i “gruppi”, versioni moderne dei vecchi forum.
Nient’altro che punti di incontro, creati e gestiti in base ai propri interessi, nei quali con un numero X di altri utenti iscritti si può chiacchierare (per lo più discutere, molto spesso litigare) su diversi argomenti.
Ne seguo più di uno: alcuni parlano di politica, altri di temi d’attualità (ora vanno di moda i dialoghi surreali delle ‘mammine pancine’ e i tuttologi contro i vaccini).
Uno in particolare è un mero e spassoso passatempo, e risponde al nome di “MDM Fanzone” (letteralmente, “Musica Demmerda”).
Già dal nome si intuiscono i temi principali, e vi garantisco che per alleviare le pene di un inizio settimana pesante come un macigno è rincuorante farsi due risate con la querelle mediatica tra il radical chic Tommaso Paradiso («Tommaso chi?») e il guru del rock italico Manuel Agnelli.
Tra un meme, un questionario («Qual è il vostro scheletro nell’armadio parlando di musica?»), la condivisione del nuovo video della band famosa che piace (quasi) a tutti, ecco arrivare il “momento serietà”: spunta un appello, lo leggo, ne voglio capire qualcosina in più.
Il sasso è stato lanciato da Ilaria, che chiede di diffondere un messaggio per sostenere il suo amico Rosario La Monica.
Rosario si sposta in carrozzina, a causa di una malattia genetica.
Questa malattia gli impedisce una normale deambulazione ma a differenza di tante altre persone può dirsi fortunato: il suo cervello funziona, sono solo le gambe a non sostenerlo.
Amante della musica, da anni frequenta l’ambiente dei concerti senza mai aver avuto problemi.
Se viene annunciata una data che gli interessa procede all’acquisto regolare del biglietto sui circuiti nazionali autorizzati.
Solo in un secondo momento contatta i gestori dell’evento e chiede loro le modalità di accesso all’area riservata ai portatori di handicap.
Per l’arrivo di Eddie Vedder a Firenze Rosario ha quindi seguito lo stesso iter che compie da anni.
Ma, stavolta, ha incontrato un inghippo.
Nel momento in cui ha chiesto informazioni agli organizzatori per raggiungere l’area disabili gli è stato notificato che gli spazi sono già tutti al completo.
In pratica, per lui non c’è posto.
Ribatte, il biglietto lo ha acquistato e non vuole certo perdere l’occasione di vedere Vedder!
Gli viene allora chiesto l’invio della documentazione medica che attesta la sua disabilità.
Ecco, questa è una pratica antipatica (tanto quanto comune), che da un lato umilia chi è afflitto da handicap e dall’altra è necessaria ad evitare accessi illeciti in quella che è considerata una posizione privilegiata.
Però, a conti fatti, per il dramma che sta vivendo Rosario, è un po’ come dargli del cornuto e mazziato.
Gli viene fatto notare che per persone come lui l’acquisto di un biglietto non può essere effettuato in autonomia: doveva rispettare delle regole, le stesse che permettono agli organizzatori di controllare e gestire l’afflusso di gente in un’area circoscritta.
Tale episodio ha acceso nel gruppo “MDM Fanzone” uno spirito di solidarietà verso Rosario : se si vogliono davvero combattere pregiudizi di ogni genere perché dilaga invece una forte disinformazione che non tutela, ma ostacola, i portatori di handicap?
Perché parlando di persona con Rosario ho capito che lui per primo non vuole puntare il dito condannando ciò che gli è accaduto: alla fine, anche se non senza fatica, gli è stato comunque garantito l’accesso all’area disabili.
Piuttosto, ci siamo chiesti entrambi: come deve fare realmente un portatore di qualsiasi handicap ad acquistare un biglietto per un concerto?
Perché Rosario, frequentatore di live da anni, non ha mai avuto a che fare con regole o restrizioni.
Per capire se gli fosse sfuggito qualcosa in fase di acquisto ho visitato la pagina TicketOne relativa alla vendita dei biglietti per il live di Eddie Vedder: non ho trovato né clausole né trafiletti relativi ad un acquisto particolare dedicato ai disabili.
Cercando con Google in modo specifico (“come acquistare un biglietto per un concerto se sono un disabile”) si è aperta invece tra le prime pagine proprio una sezione apposita di TicketOne (puoi leggere qui) nella quale è specificato che l’acquisto per i diversamente abili è da realizzare previo contatto con gli organizzatori.
Nascono spontanee alcune riflessioni.
Se Rosario ha sempre acquistato in autonomia i suoi biglietti, come mai questa volta è stato “rimproverato” per non aver effettuato un acquisto guidato?
Ha sempre agito nel modo sbagliato, pur se in buona fede, e gli ha sempre detto bene?
Nel caso specifico è forse stato vittima di un eccesso di zelo da parte degli organizzatori?
O, piuttosto, vi è stata leggerezza da parte degli organizzatori le volte precedenti in cui lui si è recato ad un concerto?
Soprattutto, le aree dedicate ai diversamente abili non dovrebbero essere attrezzate in base alla quantità di richieste pervenute?
E ancora, perché nelle normali pagine online di vendita ticket non viene posto in evidenza un link di dirottamento per un acquisto dedicato?
Né io né Rosario vogliamo polemizzare, semplicemente capire.
E sensibilizzare.
Siamo sicuri che nel suo caso specifico ci sia stata alla base del disagio subìto una comunicazione forse troppo veloce con gli organizzatori (interamente documentata da Rosario, che la conserva).
Loro hanno sempre lavorato seguendo delle regole e dando per scontato che Rosario non le avesse rispettate; lui queste regole, invece, non le conosceva – e nessuno mai gliene ha parlato.
A questo punto, perché non rendere più semplice l’acquisto di un biglietto per un disabile?
Basterebbe semplicemente evidenziare le corrette modalità di acquisto per i diversamente abili.
A meno che uno non si informi con ricerche specifiche, l’argomento non è di uso comune.
Ma se uno ha sempre agito in un modo, senza mai aver avuto ostacoli, come gli può nascere il dubbio se ciò che sta facendo sia giusto o sbagliato?
Quotidianamente cerchiamo di combattere le difficoltà oggettive, forse e soprattutto, per chi vive in sedia a rotelle.
Dalle rampe mancanti sui marciapiedi agli ascensori inesistenti o fuori uso nei luoghi pubblici, senza scordare che oltre alle dimenticanze delle amministrazioni comunali, spesso il carico lo mette l’ignoranza del singolo – basti pensare a quanti parcheggiano le auto chiudendo i passaggi.
Non comunicare e non pubblicizzare una modalità di acquisto riservato ai portatori di handicap è un ulteriore, piccolo ma significativo, scoglio, che impedisce il normale svolgimento della vita di una persona.
Sarebbe quindi corretto capire che i primi muri a dover essere abattuti sono quelli che alziamo ogni volta nel sottolineare le diversità altrui senza essere in grado di accettarle e accoglierle pienamente.
Ad esempio, con avvertimenti chiari e pubblici, a disposizione di chiunque ne abbia bisogno.
Se anche tu sei una persona diversamente abile e desideri partecipare a dei concerti
ricordati di non procedere all’acquisto autonomo del biglietto:
il suggerimento è di seguire quanto descritto in questo link.