Zu – Cortar Todo
Se siete finiti a leggere questa recensione sicuramente è perché conoscete già la storia degli Zu, combo proveniente dalla periferia capitolina (per questo motivo salterò ogni riferimento alla loro lunga carriera underground).
Dopo varie vicissitudini interne, dalla combo si allontana lo storico batterista Jacopo Battaglia e s sei anni dall’uscita di ‘Carboniferus‘, Luca T e Massimo Pupillo decidono di rimettere in moto la macchina infernale degli Zu.
Tornano alle scene lo scorso anno, offrendo come antipasto un’ottimo Ep, ‘Goodbye Civilization‘, seguito da ‘The Left Hand Path‘, entrambi lavori nei quali gli Zu hanno collaborato con artisti di fama internazionale.
Con ‘Cortar Todo‘ riprendono un percorso tralasciato anni fa e chiudono la trilogia/trittico della guerra, aperta con i lavori del 2014.
Da troppo tempo ormai le uscite discografiche deludono le aspettative: i fan e gli ascoltatori sono bersagliati da teaser virtuali che caricano attese che puntualmente si infrangono contro prodotti ultra commerciali, piatti nei contenuti e scarsi nella ricerca del suono.
Non è questo il caso di ‘Cortar Todo‘.
‘Cortar Todo‘ potremmo definirlo come un sano concept album che racconta una guerra infernale nellaquale il genere umano ed il pianeta affondano nell’oblio più assoluto.
Tutti i pezzi del disco trascinano l’ascoltatore in un’atmosfera pesantissima ed oscura, fatta di puro noise, elettronica, no-wave e metal.
Una guerra, dicevamo, un cambiamento radicale attraverso il quale il genere umano prima o poi dovrà decidersi a passare affinché si possa lavare via tutto ciò che rende la vita ormai impossibile.
Fatta eccezione per ‘Serpens Causda‘, in cui i ritmi si allentano e sciolgono in una sorta di pausa riflessiva, tutti i pezzi hanno ritmi tiratissimi.
Math all’ennesima potenza, che trova nella title track ed in ‘No Pasa Nada‘ e ‘Vantablack Vomitorim‘ i suoi momenti di massima espressione.
E’ evidente che il nuovo batterista Gabe Serbian (già Locust) non ha nessuna intenzione di comportarsi come un turnista, e in ‘Cortar Todo‘, ‘Orbital Equilibria‘ e ‘Conflict Acceleration‘ dimostra tutte le sue qualità tecniche massacrando i tamburi come solo pochi drummers sanno fare.
Luca T e Massimo Pupillo hanno fatto in ‘Cortar Todo‘ due grandi miracoli: sono riusciti a ricreare l’atmosfera ideale attorno alla ragione sociale “Zu”, circondandosi di grandi talenti in fase di registrazione (oltre al già citato Gabe Serbian alla batteria, ricordiamo Stefano Pilia già Massimo Volume e Afterhours alle chitarre e Joey Karem già Locust alle tastiere) e hanno avuto il coraggio di non cambiare strada musicalmente, ma hanno altresì deciso di esplorare ulteriormente il loro stile e le loro capacità espressive senza dover per forza aggiungere inutili riff, testi e melodie orecchiabili, a favore di un sound ancora più violento e poderoso.
Tutti i brani del disco hanno una propria spina dorsale affascinante e viva, e tra di loro risultano collegati nel migliore dei modi.
Tra tutti, a mio avviso spiccano comunque tre brani: ‘The Unseen War‘, ‘Serpens Cauda‘ e ‘Pantokrator‘.
Sono pezzi fondamentali che segnano l’inizio, la meditazione e la resurrezione dopo la battaglia ‘Cortar Todo‘.
In ‘Pantokrator‘ troviamo l’unica parte vocale assegnata alle parole e alle melodie vocali di uno sciamano curando dell’Amazzonia, Gilberto Shipibo Mauha Ochavano, come a voler evidenziare che ad armi deposte l’unico modo per rinascere, è recuperare energia dal profondo delle nostre conoscenze.