Yakamoto Kotzuga – Usually Nowhere
Il giovanissimo veneziano Yakamoto Kotzuga, nome d’arte del producer Giacomo Mazzucato, debutta con il suo primo disco in studio.
Con ‘Usually Nowhere’, Kotzuga costruisce 11 tracce con sonorità che passano per post – dubstep, elettronica astratta, dub e hip hop.
Questa varietà di generi, aiutata anche dal gran numero di suoni utilizzati, crea un complesso vario ma che rimane coeso nelle strutture e nella sua astrazione, andando così a rappresentare “undici possibili vie di fuga dal mondo reale”.
Il lavoro si apre con ‘The Duel‘, vera e propria introduzione del disco grazie alla sua calma e al ritmo incalzante, che fa da apripista all’ascolto di quelli che sono effettivamente i pezzi più ispirati dell’album.
‘Night Rider‘ è un concentrato di dub in un vorticoso crescendo che ci trascina inesorabile verso la sua fatidica percussione finale che entra martellante nella testa.
Proseguendo con l’ascolto il ritmo rallenta, ma non per questo risulta meno attraente: infatti, passando per la più scura ‘Permanence‘, arriviamo alle due tracce che, come mi piace definirle, sono “della nostalgia”. ‘The Awareness of Being Temporary‘ e ‘Futile‘ con il loro calore trasmettono quella nostalgia, appunto, che scaturisce dal ricordo del passato e abbracciandoci con dolcezza, non priva di malinconia, riescono a lasciarci senza parole.
Questi brani non attraggono solo per la loro astrazione, che infonde serenità, ma anche per la tecnica con la quale sono state composte, con campionamenti davvero ben fatti.
Non più in ombra rispetto alle precedenti sono le produzioni che seguono, che si lasciano ascoltare tutte d’un fiato con la voglia, creatasi nel frattempo, di andare subito a sentire ‘Usually Nowhere‘.
Con una misticità accompagnata dal loop della base hip hop, la title track ci fa apprezzare appieno tutto il disco, che va a chiudersi con un pezzo dal titolo che non poteva essere più azzeccato: ‘The Triumph‘.