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Xayra - Resilience Blues

Xayra – Resilience Blues

Alienazione, malessere interiore e conclusioni affrettate: “Reslience Blues” è il viaggio interiore regalatoci dalla band romana Xayra, che rompe il ghiaccio servendosi di uno slow-core con influenze emo. Parliamo di un concept autobiografico, registrato quasi tutto in presa diretta.

‘Bipolar lament’ si muove lentamente tra le note di basso e l’arpeggio di chitarra, elementi contenuti dalla batteria appena sfiorata dalle bacchette.
In ‘Bye bye, Myself‘ il protagonista contempla inebetito le macerie fumanti di ciò che è stato: nient’altro che stupore per la nuova condizione, sfociando nell’inevitabile rassegnazione.
Prosegue la resa di coscienza annegando sempre più in se stesso, estraniato dal mondo esterno in veloce declino reso al meglio dalla voce fantasmatica di Lorenzo Autorino in ‘Huge Empire Of Nonsense Tumbling Down Very Politely’.
Seguono le riflessioni e il passaggio da uno stato di depressione a quello dell’esaurimento testimoniato dalla lenta – e quasi immobile – ‘Worries+Fault‘, dove paure e colpe ondeggiano su arpeggi di chitarra che ricordano il sound emo anni ’90 simile a band come Mineral in EndSerenading.
Ascoltando più volte “Resilence Blues” ci si accorge del notevole lavoro in termini di contenuti ed è quasi inevitabile ritrovarsi in alcune riflessioni.
Tuttavia gli Xayra mancano l’obiettivo relativo all’emancipazione artistica, difficile da raggiungere con il disco d’esordio.
È presto infatti per pretendere un sound personale e riconoscibile, ma poco male considerato l’inattaccabile livello produttivo della band che qui ci regala 11 tracce ben arrangiate e confezionate.
Le chitarre sono la colonna portante su cui poggia il resto degli strumenti, che trovano una certa armonia come nel caso di ‘Useless escape from my sweet terrible nowherecontesa tra abbandoni lirici e metafore militaresche mentre prosegue l’autoanalisi che, per quanto lucida, sembra sempre più sterile e solo funzionale ad alimentare la negatività.
Il resoconto è davvero interessante ed è positivo: “Resilience Blues” è un disco lento al punto giusto, tanto da seguire la linea narrativa e permettere all’ascoltatore di immergersi totalmente.

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