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Wolfbrigade - Run with the Hunted

Wolfbrigade – Run with the Hunted


Diabolici, perfidi, violenti.
Così si possono descrivere il complesso Lychantro-punk uscito dal più lercio bassofondo svedese, i Wolfbrigade.
Nati nel 1995 inizialmente con il nome di Wolfpack, variato per non confondersi con una associazione Neo-nazista del luogo, la lunga ascesa scandinava fatta di fiumi di birra e pub li porta alla pubblicazione dell’ottavo album sotto l’attuale nome, “Run with the Hunted”, preceduto dal singolo ‘Warsav Speedwolf‘, successivamente uscito e rilasciato il 28 aprile per la Southern Lord Records.

L’album attacca subito un boato energico, dettato dai ruggiti del frontman Micke Dahl inNomad Pack’: viene così mostrato immediatamente lo stile di questo album, caratterizzato da riff aggressivi.
Il tutto è enunciato ancor più dal singolo stesso, ‘Warsav Speedwolf‘, secondo pezzo dell’album.
Si inizia però a parlare di parte melodica solo quando arriva la quinta traccia, ‘Kallocain‘, che illude l’ascolto con una sana chitarra recitata di Jocke Rydbjer ma che svanisce purtroppo dopo neanche un minuto dall’inizio del brano (anche se più avanti capiterà di sentirla riecheggiare).
Il premio “miglior brano d’accompagnamento headbanging” se lo aggiudica la sesta traccia, ‘Return to None‘, leggermente più lenta rispetto agli altri brani e quindi più semplice da seguire.  
L’ultimo pezzo, ‘Dead Cold‘, chiude questo compendio musicale vigoroso ed efficace, determinato nel voler trasmettere le proprie finalità compositive.

Ci sono caratteristiche molto forti che in cinque anni hanno determinato la differenza abissale tra il lavoro precedente (“Damned”) e l’attuale raccolta di tracce.
Si nota subito il ritorno tra gli albori del crust-punk originale, dettato dagli assordanti riff e groove che erano stati posti meno in evidenza negli ultimi lavori, dedicati a virtuosismi chitarristici più evidenti.
Con “Run with the Hunted” si parla di un vero e proprio ritorno alla genesi del gruppo, che propone uno stile molto più vicino ai defunti Wolfpack, un rientro nei canoni precedentemente sequestrati dalla ricerca di qualcosa più melodico.

Per chi ha un locale e intende passare una serata piacevole in compagnia di bottiglie rotte, scazzottate e risse da bar con la classica nota del punk aizza-folle, questo è il gruppo che state cercando.

 

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