A Winged Victory For The Sullen – Iris
Ultimamente mi sembra di essere schiacciato dalla scena musicale italiana, che ripropone temi, suoni ed artisti che abbiamo ascoltato troppe volte ormai: proprio per questo motivo cerco di spostare i miei ascolti in direzioni diverse.
In queste perlustrazioni mi imbatto in un nuovo disco che al primo ascolto mi ha catturato molto e rappresenta un esempio di quel genere che si sta sviluppando sotto il nome di neoclassica e viene interpreto, in questo caso, dai A Winged Victory For The Sullen.
Dopo Nils Frahm e Trent Reznor che hanno prodotto una colonna sonora (rispettivamente “Victoria” per il primo e “Before The Flood” per il secondo), anche gli A Winged Victory For The Sullen si cimentano con la partitura di un film e realizzano “Iris”.
GliA Winged Victory For The Sullen sono un duo costituito da Adam Wiltzie e Dustin O’Halloran, che ritornano in scena per la terza volta: dopo il disco d’esordio omonimo del 2011 ed il secondo lavoro “Atomos” del 2014, nel 2016 si sono cimentati con la realizzazione di una colonna sonora per il film “Iris” del regista ed attore francese Jalil Lespert, un thriller carico di tensione e sensualità.
Per questa partitura il pianista ed il dj si trovano nel loro studio di Berlino a registrare dodici canzoni, che vanno a rendere vivo il film e creano una miscela di sentimenti e sensazioni diverse ad ogni passo.
Per impreziosire il loro lavoro si sono avvalsi di una sessione d’archi eseguita da 40 membri della Magyar Radio Orchestra a Budapest.
Quelle di “Iris” sono dodici tracce intense, in cui l’alternarsi di silenzi e partiture elettroniche rendono fluente l’andamento del disco.
C’è una certa tensione che emerge dalle canzoni, ma anche una certa malinconia e disperazione.
Il disco passa veloce tra i titoli in francese che richiamano vaghe scene del film e i ricordi che affiorano in ciascuno di noi mentre lo ascoltiamo.
‘Comme on a dit’ è l’ultimo brano del disco, forse quello più rappresentativo e toccante: l’alternarsi tra le linee di pianoforte di Dustin, le sfumature degli archi e i beat di Adam lo rendono un brano intenso e lacerante.
Forse alla lunga l’ascolto del disco dei A Winged Victory For The Sullen può stancare, poiché non escono mai dai canoni del genere neoclassico e non hanno sicuramente delle canzoni convenzionali.
Rimane però un percorso che lungo la strada è in grado di farci perdere e, in qualche occasione, anche di scaldare il cuore.