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Wicked Expectation - Visions

Wicked Expectation – Visions

C’è poco da fare:  i Wicked Expectation, grazie ad un debut album intenso e dal sound corposo, si impongono sin dal primo ascolto come una delle band più interessanti che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi mesi. “Visions” è uscito il 29 settembre 2015 per La Saletta Dischi, e si compone di otto brani di puro space rock che attinge a piene mani nel repertorio anni ’90, rubandone sapientemente l’energia e la forza emotiva.

“Visions” è un collage di istanti persi a galleggiare in noi stessi, di atmosfere rarefatte generate da sonorità taglienti  ed intense, che a volte virano sensibilmente verso il dream pop, per poi tornare ad esibire senza vergogna le proprie origini puramente rock. Travolgenti giri di basso e backing vocals molto azzeccati contribuiscono a dare profondità notevole a pezzi come ‘Falling in a Photograph’, mentre ‘The Moon’ risulta essere forse il brano con la melodia più brillante ed orecchiabile, deliziosamente intima a e profondamente rock. Gli assoli di tastiera e l’essenziale tocco del synth definiscono il tutto, con carattere e discreto coraggio nelle scelte sonore.

I Wicked Expectation dimostrano di avere una capacità non del tutto comune nelle band al primo disco come la loro: possiedono una notevole bravura come compositori, non solo di melodie, ma anche di immagini. Buona parte dei brani contenuti nell’album raffigurano qualcosa ed anche in maniera piuttosto complessa ed articolata. In un certo senso “Visions” è un video album, nel senso che ogni canzone possiede una sua linea narrativa che è impossibile ignorare: è come se durante l’ascolto ci nascesse dentro, involontariamente, una storia. Ci sentiamo minacciati da angosce incombenti e panorami siderali, sferzati da un vento di malinconia, avvolti da un sogno che ha qualcosa di sinistro, anche se non sappiamo cosa.

Per i testi di “Visions” la band sceglie di esprimersi in lingua inglese. Si tratta di una decisione saggia e senza dubbio tarata sulle capacità della band. Nonostante la cupezza e malinconia dei temi affrontati, che raramente si discostano da una visione introspettiva e personale della propria realtà interiore, la linea vocale è sempre brillante e si adatta, grazie all’inglese, alla fluidità del brano. Anche la pronuncia impeccabile è senz’altro degna di lode.

“Visions” è veramente visionario nel senso più autentico del termine, pur restando retrò a testimonianza di una ricerca sonora che scava in sè stessa per trovare la forza di progredire. Un inizio convincente per i Wicked Expectation, dai quali mi congedo con l’auspicio di poter presto godere live di Visioni così suggestive.

 

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