Verdena – Endkadenz Vol. 2
A distanza di sette mesi dall’uscita del primo volume, i Verdena concludono il loro nuovo progetto con Endkadenz Vol.2, proseguendo con la scia sperimentale che caratterizza il percorso musicale intrapreso in quest’ultimo periodo.
Le due parti, anche se registrate insieme nell’arco di un anno e mezzo, sono state pubblicate separatamente per motivi non direttamente dipendenti dalla volontà del gruppo. Probabilmente è per questa ragione che il sound di ognuna delle due metà presenta espliciti richiami all’altra, portandoci (giustamente) a non considerarle come due realtà separate e indipendenti.
Al primo ascolto si rimane quasi spiazzati, tanto da doverne (e volerne) effettuare subito altri più meticolosi per cogliere al meglio lo spirito e l’impatto che la band vuole trasmettere al suo pubblico. Tutti i particolari si legano perfettamente tra loro, creando così un’ondata – fluida, ma allo stesso tempo compatta – che sconvolge fin nel profondo e traghetta in un’altra trascendentale dimensione.
Il primo pezzo, Cannibale, ci proietta fin da subito nelle sonorità peculiari di questo lavoro che, pur rimanendo rock di base, presenta influenze di matrice psichedelica improntate soprattutto su un cantato distorto ed echeggiante. La stessa voce, per di più, viene deliberatamente utilizzata in modo decisamente particolare, diventando così – come mai rispetto ai precedenti dischi del gruppo – un vero e proprio strumento musicale.
Nella prima metà del lavoro l’attenzione si focalizza su Colle Immane, scelto giustamente come singolo per la sua immediatezza; poi è il tempo di Fuoco Amico I e Fuoco Amico II (pela i miei tratti), chiari richiami ai più aggressivi Verdena di Requiem, nonostante la seconda delle due sfoci in un outro ambient avvolgente.
La ballad Nera Visione spezza nel mezzo il ritmo travolgente creatosi fino ad ora, pronto a ricatturarci già con la più pop Troppe Scuse. Passando per la strumentale Natale con Ozzy e la seguente Lady Hollywood (il più vicino tra tutti i pezzi a Wow), si arriva alla vera perla e apice di questo secondo viaggio: parliamo di Caleido, un pezzo che si presenta come il più completo, mozzafiato ed energico tra le tredici tracce. E come la calma dopo la tempesta arriva Waltz del Bounty, scelta come particolare conclusione di quest’astratta e magnifica avventura.
In conclusione, tirando le somme, possiamo affermare con una certa sicurezza che il trio bergamasco ha intrapreso definitivamente una propria strada. Porterà all’affermazione definitiva come pietre miliari della scena alternativa italiana? Gli elementi per crederlo ci sono tutti, nonostante la band si discosti indirettamente da essa per via di un sound di impronta più internazionale, creatosi grazie all’assimilazione di una miriade di influenze e generi musicali diversi.