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Tutti i Colori del Buio – Initiation Into Nothingness

“Initiation Into Nothingness” è il primo Lp de Tutti i Colori del Buio, ed esce l’8 ottobre a distanza di 2 anni dalla demo omonima alla band.

La band torinese formata da Alessio Marchetti (voce), Danilo Battocchio (chitarra), Simone Tolentino (basso) e Francesco Usai (batteria),  prende il nome dal thriller del 1972 firmato da Sergio Martino, regista romano nonché figura di riferimento del gruppo.

Il disco è stato  prodotto dalle etichette Dischi Bervisti, Shove, Sonatine Produzioni, Dingleberry records and distribution e Bare Teeth Records ed è stato registrato all’OFF studio di Torino da Paul Beauchamp e Danilo Battocchio (chitarrista del gruppo).
Il mastering invece è stato affidato a Brad Boatright allo studio Audiosiege di Portland, USA.

“Initiation Into Nothingness”  è un album diretto e tagliente in pieno stile punk-hardcore e ben rappresenta l’attidute live della band, che nel corso degli ultimi anni ha macinato chilometri e cavalcato palchi in tutta la penisola italiana.
Ben 11 e velocissime tracce per 30 minuti circa di musica, che non nascondono le influenze dell’hardcore degli anni ’80-’90 cari al gruppo, e una certa predilezione anche nei testi per il cinema horror e la poesia.
I primi 3 brani (‘Three Times Denies Means Fuck You‘, ‘Stop Your Fun With A Bullet‘ e ‘REM vs. NRA) sono un susseguirsi di ritmiche incidenti e chitarre taglienti: sembrano quasi un unico brano da ascoltare trattenendo il fiato.
È solo con l’intro di ‘Painkiller‘ e con la successiva ‘Wet Dreams of Dry Drinks‘, che si inizia a rilassare il diaframma per poi prendere respiro con ‘Tutti I Colori Del Buio‘, brano dall’ inizio vagamente ambient e dal suono più monolitico e meno convulso.
Con ‘The Crab’s Failure‘, pezzo che ha anticipato l’uscita di “Initiation Into Nothingness”, i bmp rincominciano ad alzarsi fino al finale di ‘More Than Sartre, Less Than Allin‘, caratterizzata da una vocalità molto più sofferta.
At War With A Machete‘ si apre con la riproduzione di un parlato tratto da “Sin Nombre“, nel quale si sente il conto  alla rovescia prima di un pestaggio che dura 13 secondi –  in realtà, la rabbia musicale che esplode in seguito dura circa due minuti e prosegue anche nel brano successivo, ‘Holiday In Mongolia‘.
Il disco si chiude con la lenta e cadenzata ‘To The End Of The Night‘.

Una menzione particolare va anche all’ artwork del disco realizzato da Gigi Fagni, tatuatore di Pistoia amico della band, che raffigura William Shakespeare con un serpente che gli esce dalla bocca «a sottolineare il contrasto fra la violenza e la cattiveria dei pezzi e i testi che invece sono citazioni classiche di scrittori, poeti o registi», caratteristica fondamentale di Tutti i Colori del Buio.
“Initiation Into Nothingness”
è un disco diretto e tagliante da ascoltare trattenendo il fiato.

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