Tommaso Di Giulio – L’Ora Solare
Stavolta Tommaso Di Giulio, con noi, ha atteso a lungo.
“L’Ora Solare“, disco uscito nei primi mesi del 2015, è un album che ho amato, abbracciato ed ascoltato molte volte.
Un disco del quale ho iniziato, altrettante volte, a scrivere la recensione restando sempre con alcune parole bloccate in gola: la sensazione, ogni volta, è di non essere in grado di raccontare realmente cos’è questo lavoro, terzo capitolo della discografia di questo giovane e talentuoso cantautore romano.
Conoscendo anche gli album precedenti, è innegabile la crescita di Tommaso Di Giulio, che nelle sue composizioni non ha mai trascurato i testi né sacrificato le melodie in favore di sonorità pop di facile accesso.
Forse, per questo suo elegante distacco dall’ambiente mainstream, ho sempre reputato Di Giulio uno di quei personaggi colti ed interessanti che nonostante tutto non riescono però a colpire il cuore del pubblico in poco tempo.
Un po’ come un buon bicchiere di Amarone: se ne conosce il valore economico, ma al palato non tutti ne riescono a cogliere le qualità oggettive.
Questione di gusti?
No, solo di attenzione (da parte di chi ascolta) – un modo elegante per definire la povertà culturale in materia musicale del pubblico italiano, troppo affezionato a talent e contest dal sapore scadente e populista.
“L’Ora Solare” si dimostra dal primo ascolto un disco in grado di solleticare i timpani più raffinati, regalando continuamente un viaggio sonoro dal sapore cantautorale condito da riff ed inaspettate schitarrate rock.
Forse la vera sorpresa di questo disco è proprio questa: l’autenticità di Tommaso Di Giulio, che emerge riportando qui in modo più evidente un lato noto soprattutto a chi ne segue le esibizioni live. Quando si assiste ad un suo concerto si sentono chiare le influenze musicali che lo hanno accompagnato nel suo percorso di crescita, e sono interessanti le divagazioni sonore che lo vedono protagonista di interessanti reinterpretazioni e cover – su tutte, ‘Psycho Killer‘ dei Talking Heads.
“L’Ora Solare” contiene 14 brani che parlano d’amore, di musica, attualità e vita quotidiana.
I testi sono sospesi tra liriche acute e mature (‘Dov’è l’America?‘, ‘Spesso e volentieri‘) ed altre più scanzonate ma dal sapore schietto ed ironico (‘Tango per un povero Diavolo‘).
Ma è in brani come ‘Melodrammatica‘ e ‘Meno trenta‘ che si va a riconoscere la personalità di Tommaso Di Giulio: fondamentalmente, un romantico innamorato dell’amore, che ne parla con dolcezza e semplicità.
I brani scorrono in modo fluido e le domande esistenziali di ‘Dov’è l’America?‘ (primo singolo estratto, con una struttura melodica dal sapore esterofilo) vanno incontro al folk pop dal sapore retrò di ‘Ragazzo per agosto‘ (con il contributo dei Bottega Glitzer) e al rock nostalgico di ‘Novanta‘.
Ce n’è per tutti i gusti, e proprio ‘Novanta‘ è la celebrazione di un decennio, con citazioni più o meno evidenti a Litfiba, Corona, Haddaway, Gigi D’Agostino – anche gli Eiffel 65, se non sbaglio.
‘Musica da Camera‘ è un puro esercizio d’ironia, ma riesce nell’intento e tra un sorriso con Lara Croft e i Black Sabbath fa riflettere crudelmente («la nostra generazione non vedrà mai la pensione»).
Tommaso Di Giulio è cresciuto, ma mi piace pensare che sia frutto di una ricerca personale che è solo arricchita dalle tante collaborazioni in questo disco: da Francesco Forni a Enrico Gabrielli, Roberto Angelini e Fabio Rondanini, tanti sono i nomi del panorama italiano che hanno partecipato a “L’Ora Solare“.
Che va ascoltato, perché anche questo lavoro di Tommaso Di Giulio si conferma essere un ascolto prezioso da avere – e continuare a tenere d’occhio.