The Reptilian – End Paths
Dopo tre anni da “Low Health” tornano i The Reptilian, originari del Michigan, con un nuovo album intitolato “End Paths” – uscito per Skeletal Lightning, Community Records in America e I.Corrupt.Records in Europa.
La band è composta da Russ Wagner (chitarra), Dan Riehl (batteria e voce) e Jonathan Sacha (basso e voce) e propone un math-rock influenzato dallo screamo che ricorda le sonorità dei Native soprattutto dell’album “Wrestling Moves”.
Ogni brano è tecnicamente ineccepibile: chitarra, basso e batteria si fondono perfettamente, ognuno mantenendo la propria particolarità musicale che però è misurata per non sovrapporsi alla musicalità degli altri.
L’album si apre con ‘Drifter‘, dove l’atmosfera è creata dalla chitarra alla quale si aggiungono un cupo riff di basso, la batteria, la voce pulita di Dan e quella invece sporca di Jonathan.
La batteria si fa avanti con un sound frenetico e articolato ma non troppo invasivo nel complesso dell’organismo.
La seconda traccia, ‘No Path‘, inizia con un potente riff di basso accompagnato dalla voce distorta di Jonathan cui seguono batteria e chitarra, creando in un istante un vortice di suoni fulminei che poi scemano distendendosi.
‘Fold and Follow‘ tende verso il post-hardcore ed è forse il brano più semplice della band, ma non per questo può considerarsi banale: si pone infatti con un crescendo emotivo che sembra strizzare l’occhiolino a gruppi come i Foxing.
Segue ‘Old Growth‘, dalla tinta scura che si mantiene per quasi un minuto e quaranta secondi e al cui scorrere si aggiungono nuovi tasselli – tra i quali spicca lo scream di Jonathan, che inizialmente si lega e accompagna perfettamente alla voce di Dan per poi in conclusione dominare la scena.
La traccia conclusiva, ‘Turn And Coil‘, dimostra ancora una volta come i The Reptilian non soltanto siano degli ottimi musicisti ma abbiano anche il dono di trasmettere emozioni forti.
In conclusione, “End Paths” è un buon album in cui tecnica ed emozionalità sono perfettamente coesi: le componenti math e screamo risultano equilibrate e non intaccano eccessivamente il complesso dell’opera rendendola fruibile anche a chi non è particolarmente avvezzo ad entrambi i generi musicali.