The Leading Guy – Memorandum
Un cantautore folk molto elegante: è così che appare, dopo il primo ascolto dell’album ”Memorandum”, The Leading Guy, all’anagrafe Simone Zampieri.
Sono dodici brani a comporre questo suo debutto, il cui tour di presentazione è partito da Udine il 13 novembre per diffondere, in tutta la penisola, questo sound intimistico e quasi magico.
Sound che viene proposto da un musicista che in passato si era già fatto le ossa nella Busy Family e che la scorsa estate aveva fatto un’ottima impressione in apertura ai concerti di Max Gazzè e dei 2Cellos, per accompagnare in seguito anche Jack Savoretti.
Il folk di The Leading Guy è un soffio di brezza marina, leggero e delicato, utilizzato come adorabile veicolo per regalare all’ascoltatore i racconti di un vivere a tratti tormentato ed a tratti gioioso, sicuramente autobiografico, che non nasconde quel lato buio che si associa ad ogni normale esistenza.
Ed è evidente l’effetto di una contaminazione internazionale, e non solo a livello artistico.
Zampieri infatti canta in inglese, e lo fa così bene anche grazie al fatto di aver vissuto in Irlanda, oltre che a Copenaghen e in Cappadocia, prima di tornare nella natia Italia.
‘Oh sister’ è la prima canzone ad accoglierci in questo viaggio in musica: è la storia di una ragazza cresciuta troppo presto, spinta alla deriva da un destino infelice – ma c’è qualcuno che prega ancora per lei, che spera che questa giovane donna possa trovare il proprio cammino verso una serenità mai provata.
‘Behind the yellow field’ è una ballata più allegra, tesa verso la promessa di un futuro radioso da condividere con una ragazza speciale, mentre finiamo tra storie di pirati tristi in ‘Jordi Ribas (where do the pirates go)’. Tristi perché cercano altri posti per godersi un po’ di pace, ma nessun posto è, ovviamente, come il mare.
Il suo videoclip ha anticipato l’uscita del disco e ‘While the dogs are barkin” è, a tutti gli effetti, uno dei brani più belli e rappresentativi dello spirito di questo album, essendo espressione dei tanti dubbi e delle tante certezze di un viaggiatore che sa riconoscersi e che sa anche riconoscere l’importanza della solitudine e dei legami.
Sbronze e treni persi sono alcuni dei temi di ‘Mr Wolff’ ed un secondo dopo si passa alla bucolica ‘The peach’, nella quale ci si prepara ad un giorno nuovo e luminoso.
Presta il proprio nome all’album in cui è contenuta ‘Memorandum’, che riesce a narrare in modo quasi carezzevole il pericolo e le terribili sensazioni che si accompagnano ad una guerriglia civile. Momenti nei quali i protagonisti del brano capiscono quanto sia importante e necessario vivere. Restiamo sull’oscuro nella traccia successiva, intitolata ‘My grandmother’s grave’ ed ispirata da quella constatazione dolorosa legata al distacco dai propri cari.
La chitarra e la voce di The Leading Guy in ‘To see as the good sees’ ci lasciano tornare sotto una cupola di romanticismo, con la voglia di riconquistare un amore capace di cambiare tutto, donando finalmente un senso alla nostra esistenza.
‘The river’ sembra invece una filastrocca, apparendo facile e canticchiabile, come poi la seguente ‘Click clock’, che mostra la capacità dell’autore di fondere sfumature molto diverse tra loro nelle sue canzoni, le quali si spostano verso un’atmosfera più dark e subito dopo ancora malinconica in ‘Oh father’, che chiude ”Memorandum” con una commovente dedica ad una delle figure più importanti della propria vita.
Tante sono le emozioni in cui è possibile concentrarsi ascoltando questo lavoro: c’è posto per la nostalgia e per la speranza, per la rabbia e per l’affetto, per le sensazioni che ci accompagnano lungo un sentiero nel quale diventa impossibile sentirsi soli, riscaldati dal tepore di un folk rock ben ammaestrato.
Tutto questo deriva dall’importanza e dal rilievo che l’artista in questione ha scelto di dare alla ”canzone”, messa al centro di tutto, con la volontà di portarsi ad un confronto diretto con il pubblico.