The Ghibertins – The Less I Know The Better
Pubblicato lo scorso 16 giugno, “The Less I Know The Better” è l’album di debutto dei The Ghibertins, una band che al primo ascolto è difficile riconoscere come Italiana.
Assumono infatti i contorni di brani nati da un progetto inglese o d’oltreoceano gli undici brani che compongono questo disco, già a partire dalla voce del cantante: la pronuncia è perfetta, il timbro dolceamaro, un mix magico tra Caleb Followill (Kings of Leon), Paolo Nutini e – rullo di tamburi – John Belushi.
Contro ogni previsione invece, questa band folk rock viene da Milano, si è formata nel 2012; nel 2015 ha realizzato un Ep, “Square The Circle”, cui seguì l’assegnazione del #VelvetMag Awards al “Tour Music Fest 2016”.
C’è qualità, intensità, gusto su queste tracce, che vedono la prima luce nel febbraio 2017 al MOB Sound Studio, con una formazione che da poco ha acquisito il batterista Daniele Capuzzi, così affiancato a Alessandro Fogazzi, Alessio Hofmann e Lorenzo Rivabella.
Come prima traccia, ‘Madness’ ci propone una vitalità alla Route 66, una riflessione folk rock decisa, che come già scritto, sarebbe difficile immaginare essere di matrice italiana.
‘Carnival’ e ‘Breathe for me’ ricordano in qualche modo i Counting Crows e sono brani romantici, dolci, ben allineati ed arcuati su armonie invece mai dome.
‘Let ‘em dance’, ‘There’s no doubt about it‘ e ‘Where are we now’ filosofeggiano come delle ballate, quando invece potenza vocale e bei riff accompagnano ‘I’m war’ e ‘Facing a loaded gun‘.
Canzoni come ‘No way’ giocano in maniera orgogliosa con ritmi da banda marciante, pieni di gioia. Non manca il pop, dichiarato: quello di ‘In my hands’ (A pop song).
E la title track ‘The less i know the better’, è un brano dedicato ad una generazione che deve muoversi, che deve cominciare a ballare sul passato, lasciandosi alle spalle la mancanza di speranza e di futuro che non le ha permesso di sognare. Il ritornello, ove al ritmo rock si accompagnano dei sublimi archi, è difficile da togliere dalla testa.
La band dei The Ghibertins è una scoperta entusiasmante, dotata di un grande potenziale che potrebbe metterla sui palchi a fianco delle band cui loro stessi dicono di ispirarsi: Mumford & Sons e John Mayer, tra i tanti.