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Tallies – Patina

Un disco leggero, etereo e sognante, la cui durata ricorda un amore estivo

Poco più di mezz’ora in bilico tra shoegaze e dream pop per “Patina”, il nuovo disco dei Tallies


L’album di debutto risale al 2019 ma la pandemia, con i conseguenti due anni di restrizioni, sembra non aver scalfito il trio di Toronto.
Sarah Cogan, Dylan Frankland e Cian O’Neill tornano dunque in gioco e lo fanno con “Patina”, una raccolta di nove brani dal ritmo spensierato.

Con “Patina” i Tallies propongono un lavoro delicato, dal sapore estivo e marcate reminiscenze anni Novanta.
L’apertura è affidata a ‘No Dreams Of Fayres‘ e affronta un tema particolarmente attuale, quello della depressione e della necessità di stabilire dei legami.
Fortunatamente, parlare di mental issues non è più un tabù.
È fondamentale comprendere, ma soprattutto raccontare, quanto alcune dinamiche siano oggettivamente diffuse, molto più di quanto si pensi.
E questo è un racconto intimo, alleggerito non tanto dalle sonorità alla The Smiths quanto dalla vocalità di Sarah Cogan.
Sulla stessa lunghezza d’onda si incontra più avanti ‘Memento‘, quella che a detta della cantante è la sua personale pick-up song, ovvero il brano che nei momenti di down è in grado di farle risalire la china per affrontare i problemi.

«Ho avuto molti momenti nella mia vita in cui ho perso slancio e mi sono sentita senza direzione, come se fossi caduta in un buco nero. È difficile strisciare fuori dal buco e tornare in pista.
Penso ci siano molte persone che passano il loro tempo a pensare a come devono rimettersi in carreggiata: il mio consiglio è di ascoltare questa canzone e ricordare a te stesso che è tempo di guardare avanti, guardare al futuro»
– Sarah Cogan

 

Ma questo è anche un disco ricco d’amore, non solo verso sé stessi.
Se con ‘Heavens Touch‘ si sfiora una sorta di sottomissione affettiva, ‘Wound Up Tight‘ riequilibra la situazione spezzando i ritmi soft in favore di chitarre ed effetti distorti.

Quello dei Tallies non sarà un album che spicca per originalità, eppure è talmente ben fatto che merita assolutamente una chance.
Vi piaceranno la semplicità e l’immediatezza dei brani, i testi preziosi e i ricordi che queste sonorità faranno riaffiorare alla vostra mente.
Se fossimo realmente negli anni Novanta, “Patina” potrebbe essere il sunto musicale delle sei stagioni di “Dawson’s Creek”.
Però, con una differenza: è decisamente più piacevole questo album rispetto allo storytelling di Dawson e Joey.

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