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SKoM - Fünf

SKoM – Fünf


C’è molta ispirazione in questo primo ep degli SKoM: solo cinque brani (di cui una cover) ma tanta personalità ed importanti collaborazioni.
Andiamo per ordine.
Per prima cosa diciamo che SKoM sta per Some Kind of Makeup, che la band nasce nel 2014 a Firenze e che “Fünf” oltre ad essere l’Ep d’esordio è il risultato di un interessante progetto di rivisitazione in chiave electro-rock delle atmosfere punk e new wave anni ’80.
Suoni e testi decisi e potenti, un punk a volte ruvido arricchito con elementi electro ed una buona dose di raffinatezza: la band, composta da “il beat”, “la Cruz” e “graeme” (Franco Naddei, Ester Santacroce e Gianluca Grementieri) ci propone quattro brani inediti e una cover (‘Gennaio‘) non a caso dei Diaframma.
La collaborazione con Federico Fiumani non si limita alla “presa in prestito” di questo straordinario pezzo di cui gli SKoM amplificano potenza e forza originali, ma anche nell’apporto diretto di Fiumani stesso nella track di chiusura ‘Firenze è morta in un giorno punk‘ oltre che alla presenza alla batteria di Lorenzo Moretto nei live di presentazione e promozione di questo lavoro.
Applausi‘ ci introduce nel mondo SKoM con il giusto mix di elementi elettronici e più tipicamente classici. La successiva e incalzante ‘Paura‘, con un pizzico di inquietudine, ci porta invece a immergerci in un’atmosfera cupa quanto basta con chiari riferimenti new wave da cui la band trae molta ispirazione. ‘(durante una) Gangbang‘ si mostra fin dall’inizio come un brano ruvido in cui genere narrativo e tono vocale rimandano a uno stile puramente “ferrettiano” in cui è evidente (come del resto nella precedente ‘Paura‘) una perfetta intesa “graeme-la cruz”.
Infine, (ri)scopriamo ‘Gennaio‘ a 25 anni dalla sua uscita in una nuova interpretazione.
Omaggio a Fiumani, che come già detto è stato parte attiva del progetto, e degna introduzione a ‘Firenze è morta in un giorno punk’, una sorta di manifesto in perfetto stile post-punk il cui messaggio viene affidato ad un autorevole mix di chitarra e voce (inconfondibili entrambe).
In tutto questo la band tiene ben saldo il timone senza soffrire minimamente una presenza che potrebbe essere anche un po’ oscurante.

Semplicità, naturalezza, spontaneità, genuinità. Il tutto ben amalgamato e impreziosito da importanti collaborazioni. “Fünf” non mostra solo quanto gli SKoM ci sappiano fare con quanto il panorama musicale e artistico ha messo loro a disposizione dal passato (non da tutti saperlo rileggere in questo modo), ma soprattutto quanto siano ispirati in prospettiva futura.

 

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