Rijgs – The Rijgs Ep
La scelta di recensire questo disco è stata dettata dalla curiosità di vederlo composto da sole due tracce di una durata non proprio convenzionale.
Ho pensato «o bene bene, o male male», nel senso che per il genere che propone il gruppo bolognese la lunghezza estrema delle composizioni porta con sé spesso e volentieri una ripetitiva monotonia.
Invece, il quartetto formato da Iacopo Bianchi (chitarra), Rocco Zulevi (chitarra), Simone Felici (basso) e Gianluca Panici (batteria) si rivela una piacevolissima scoperta.
È il 2014 quando i quattro danno vita a Rijgs, progetto musicale dalla forte connotazione psichedelica, un groviglio poco casuale di suoni e rumori di estrazione noise.
Il loro Ep d’esordio (“The Rijgs Ep“) è uscito il 19 maggio per BVRecords e Astio Collettivo, è stato registrato presso lo studio Via Industriae Suono a Foligno (PG), rigorosamente in presa diretta senza sovraincisioni, o addizioni a posteriori – altra cosa che stupisce, visto la complessità tecnica delle composizioni.
Dicevamo, solamente due tracce dalla durata non convenzionale: la prima, ‘Comet‘ (17:37), parte lanciata come una treno su binari delineati dalle due linee di chitarra che si intrecciano e si rincorrono.
Nella prima parte del brano la base ritmica è tenuta più indietro per poi iniziare con un lento incedere, ma questo è solo l’inizio: dopo i primi tre minuti circa di ascolto il suono si trasforma e diventa più convulso, la batteria prende il sopravvento e si fa protagonista del brano mentre le chitarre si trasformano mano mano sempre più psichedeliche.
Quando sembra che il brano si sviluppi in questa direzione all’improvviso cambia tutto nuovamente, trasformando il pezzo in un’esperimento al limite del noise in cui suoni e accordi monolitici sono legati insieme da una chitarra solista quasi blues che, in crescendo incedere, riporta in vita il resto degli strumenti, divenuti improvvisamente più dinamici, fino ad esplodere coralmente in un’ordinato caos: gli ultimi due minuti sono noise puro.
Il secondo brano ‘Tauromachy‘ (09:05) sin dalle prime note si discosta nettamente dall’atmosfera del precedente anche se l’inizio improntato sui giri di chitarra potrebbe trarre in inganno.
Il pezzo si presenta con connotazioni più ambient, ma come sempre è bene prestare attenzione: siamo solo ai primi minuti di ascolto.
Quando finalmente si è pronti a lasciar ciondolare la testa in preda all’estasi, il brano si apre e diviene più corposo.
Ad un orecchio inesperto potrebbe sembrare che siano sempre le linee di chitarra a farla da padrone, ma stavolta è invece il costante incedere di basso e batteria a mantenere la tensione del brano, sebbene ad un certo punto l’atmosfera torni ad essere rilassata con la sezione ritmica che continua il suo sottile tormento.
In questa mezz’ora di ascolto mi si stampa sul viso un grande sorriso di soddisfazione, e devo ammettere che sono contenta di esser stata curiosa in merito ai Rijgs: ora attendo fiduciosa un album intero – e magari di vederli live.