A Rainy Day In Bergen – Mathmind
A distanza di cinque anni dal loro esordio discografico, tornano gli A Rainy Day In Bergen con il nuovo lavoro in studio, “Mathmind”.
La band campana, composta da Carlo Barra, Pasquale Aliberti e Diego Maria Manzo, continua sulla strada intrapresa con il lavoro d’esordio, cioè quella ricerca di equilibrio tra sonorità rock e intermezzi elettronici.
Il lavoro risulta sicuramente più elaborato e più aggressivo del precedente, nonché molto incisivo se si tiene conto che la band, così come un loro marchio di fabbrica, rinuncia completamente all’uso di chitarre elettriche.
Gli A Rainy Day In Bergen si differenziano dal calderone indie della scena italiana proprio per questa ricerca di un synth rock fuori dagli schemi comuni, con l’uso di synth e sequenze ad opera di Carlo Barra che ben si abbinano con l’ottima batteria di Diego Manzo, mentre il basso e voce sono di Pasquale Aliberti.
All’ascolto di “Mathmind” troviamo dunque pezzi come ‘The river‘ o la sessa title track che sprigionano potenza arrivando a rendere Aliberti quasi un Brian Molko dell’underground italiano.
‘Bel Canto‘ già dal titolo sembra volerci ricordare le origini nobili della musica nel nostro paese.
Nove le tracce complessivamente per questo album, e quando si arriva al brano numero 8 (‘New Year’s Day‘) quello che viene subito alla mente è proprio il pensiero giusto: il pezzo degli U2 contenuto nell’album “War” del 1983, riproposto in perfetto stile A Rainy Day In Bergen.
Per la realizzazione di questo lavoro è stato impiegato un anno di registrazioni, che ci regalano, ancora una volta, una piccola perla tra la vera musica indipendente del nostro paese, che troppo spesso dimentica chi fa musica per chi ascolta e non per masse di inebetiti fruitori di suoni.