Pixies – Beneath the Eyrie
I Pixies sono tornati in scena il 13 settembre con ‘”Beneath the Eyrie”, il nuovo disco che li porterà anche sui palchi italiani in autunno.
La band statunitense si esibirà infatti l’11 ottobre al Paladozza di Bologna ed il 12 ottobre alle Officine Grandi Riparazioni di Torino (data già sold out).
“Beneath the Eyrie” si presenta come un disco di carattere e ben realizzato, un prodotto della quasi re-union della band (manca infatti all’appello Kim Deal al basso) che dopo un evento del genere ha probabilmente dovuto faticare non poco per ritrovare qualcosa delle proprie sonorità e per svilupparne di nuove, cercando al contempo di evitare delle autocelebrazioni.
Nelle tracce dell’album si incontrano sonorità quindi diverse da quelle presenti nei primi dischi, gli stessi con cui i Pixies hanno influenzato per anni il settore indie rock.
Come affermato dal The Guardian, in questo lavoro «l’American gothic incontra il British goth».
In queste dodici canzoni si è deciso di parlare di anime che si perdono, di morte e di sortilegi.
“Beneath the Eyrie”, che arriva tre anni dopo “Head Carrier”, si presenta in effetti tra i dischi più oscuri firmati dai Pixies, come si intuisce già a partire dalle sonorità della prima canzone, ‘In the arms of Mrs Mark of Cain’.
Note pulite e spettrali che vanno a mescolarsi ad una batteria decisa e tastiere impulsive che si incontrano piacevolmente con tutto ciò che la band può continuare ad offrire.
E in questo caso la band ha scelto di esprimere le proprie liriche utilizzando uno storytelling fatto ad arte per il rock.
I racconti continuano con brani come la seconda traccia, ‘On Graveyard Hill’, la cui protagonista è una strega che crea maledizioni cogliendo dei fiori e accendendo dei focolari, avanzando nel suo cammino di distruzione come il ritmo del brano.
‘Catfish Kate’ è, appunto, la storia di una serie di cattive intenzioni, mentre si sente un rock’n’roll dark alla Nick Cave sulle note di ‘This Is My Fate’.
Ci fa pensare al romanticismo punk un brano come ‘Ready for love’, doloroso come la pallottola di ‘Silver Bullet’, narrante un mortale duello.
‘Long rider’ sa di western e di saloon ed esplode poi in un rock generoso, mentre sono pericolosissimi i riff di ‘Los surfers muertos’ e di ‘St Nazaire‘, che si fa ballare con energia.
Abbassiamo un po’ i toni ascoltando ‘Bird of prey’ e ‘Daniel Boone’, prima che questo romanzo rock si chiuda con un brano prevalentemente acustico come ‘Death Horizon’, dedicato alla crisi che investe l’umanità a causa dell’effetto serra.
La morte è all’orizzonte, ma i Pixies continuano a combatterla.
E anche a cantarla, grazie ad un disco, “Beneath the Eyrie”, che per alcuni fan potrebbe essere una delusione visto il cambio di rotta nel sound, ma che per altri è semplicemente un gradito nuovo capitolo di una band cui risulta tanto facile affezionarsi, nonostante i tempi di ‘Where is my mind’ siano ormai passati.