One Glass Eye – Elasmotherium
One Glass Eye, alias Francesco Galavotti, ha pubblicato il suo disco d’esordio intitolato “Elasmotherium” per le etichette V4V e Out Stack.
Francesco Galavotti non è nuovo sulla scena musicale italiana, perché già membro della band emocore Cabrera.
Il titolo dell’album fa riferimento a un rinoceronte preistorico, l’elasmoterio, vissuto durante il Pliocene e il Pleistocene.
Ascoltare ogni brano è come prendere un vecchio album di fotografie e tuffarsi in esso, sfogliando pagina dopo pagina ogni ricordo, ogni momento e istante vissuto, fissato per sempre in quello scatto vivendo così in un eterno presente sul quale riaffacciarsi ritrovando e riassaporando attimi già accaduti e perdersi in essi.
Galavotti narra, infatti, di esperienze umane di crescita, d’amore e di cambiamento che appartengono al percorso di vita degli uomini.
Nove brani caratterizzati da un’atmosfera accogliente e calorosa, che si avvicendano avvolgendo chi ascolta in un lungo abbraccio rassicurante, brani sostenuti solamente da un cantato placido e da una chitarra acustica che esegue arpeggi affatto banali, orecchiabili e ben strutturati che dimostrano come la semplicità possa essere più diretta ed efficace di una magari strumentale complessità.
Ogni traccia può essere ascoltata singolarmente sganciata dal contesto dell’album e restare così ugualmente godibile e con una propria impronta specifica, a esempio ‘Preloved’ nel quale le emozioni sgorgano dirompenti, come un fiume in piena, incalzanti attraverso la voce ben congiunta con la chitarra; ‘Cannonball’ brano intimo e personale estremamente malinconico contraddistinto dalla chitarra armonica e gentile e dalla voce inizialmente pacata, quasi sussurrata, che successivamente alza i toni per, infine, spegnersi come la fiamma di un fiammifero.
“Elasmotherium” rappresenta il disgelo di un inverno interiore ed esistenziale spesso presente nell’animo umano per nascondere anche a sé stessi la paura di mostrarsi umani, finiti e fragili.
One Glass Eye pone al centro il valore dell’ esistenza umana magari imperfetta, complessa e disordinata ma pur sempre magnifica opera d’arte.