Missincat – Wirewalker
Con la sua voce delicata e suadente, Caterina Barbieri, in arte Missincat, torna sulle scene con un album che la rispecchia in toto, grazie ad armonie e testi caratterizzati da quella leggerezza e da quella profondità dolce, ma all’apparenza distaccata che la contraddistinguono.
Ed è quasi una danza, quella attraverso quale sembra di essere accompagnati ascoltando “Wirewalker“, che immediatamente ci assorbe e ci coinvolge con una pulsazione ed un ritmo calmo ma appassionato, nell’incontro con una personalità, quella di Missincat, che travolge e abbraccia l’ascoltatore, quasi a proteggerlo e al contempo a chiederne protezione.
Quello di cui stiamo parlando è il terzo album solista di un’artista in piena metamorfosi: un periodo di urgente cambiamento cui sta rispondendo con una sprigionata creatività ed una rinnovata volontà di sperimentare nuove tecniche, nuovi argomenti, nuove strade.
‘Ten lines’ è l’entrata, doverosamente in punta di piedi, nelle atmosfere di “Wirewalker“, così aperto da una ballata tamburellante e un testo rilassato.
Con ‘All I needed’ la situazione volge verso una serie di riflessioni e di domande mentre con ‘Pirates’ si cerca la via di uscita più morbida da pensieri capaci di attanagliare la quiete del protagonista del brano.
In un ascolto che ha tutto le sembianze di una passeggiata primaverile, il brano che invece rimanda ad una negatività amorosa è ‘Bitter‘, amaro come il sentore di una chiusura di una relazione che non riesce ad avere altri esiti che un senso di prigionia affiancata da un mancato senso di appartenenza.
E’ un amore pieno di limiti, nel quale non si hanno che vie di uscita a senso unico.
Il cuore spezzato di Missincat ha la sua rivendicazione in ‘Don’t let her’, nella quale è la comparsa di un’altra donna a determinare la fine di qualcosa che sembrava forse inaspettatamente reale.
Continuando questa camminata rilassante ci ritroviamo addirittura a contatto con personaggi fiabeschi, un po’ come la voce della cantante: ‘Wolf in a sheepskin’ rimanda alla falsità di certe persone, grotteschi lupi mascherati da agnellini; in ‘Star’ invece fa da padrona il genere di malinconia tipica di certe notti stellate.
Ed è in ‘Daylight ‘ e ‘Stay’ che si accende una luce nuova, quel filo di speranza necessaria alla rinascita, con un appuntamento presso un futuro splendido.
Chiude questo disco così dolce, femminile ed onirico la canzone che gli ha dato nome, ‘Wirewalker‘, anch’essa coerentemente tenue e delicata.
Ricordi, sensazioni, desideri e una prorompente felicità: è questo il cuore ed il senso del nuovo album di Missincat.
Attenzione, dopo l’ascolto potrebbe venirvi persino voglia di innamorarvi!