I Miei Migliori Complimenti – Le disavventure amorose di Walter e Carolina
Classica, con crema pasticcera, al pistacchio.
Alla marmellata di albicocche o di lamponi.
La sfoglia di mele, le girelle con le uvette, integrali, salate, mignon.
E poi lei, la regina delle brioche: un involucro di sfoglia, ripieno di confettura ai mirtilli, che si scioglie in bocca e addolcisce il risveglio.
Così comincia la giornata da Gattullo.
Ed è lì che comincia anche il disco de I miei migliori complimenti, progetto d’esordio del milanese Walter Ferrari.
Gattullo è un posto mitologico di Milano, città dove c’è anche la Bocconi, altro punto di riferimento de “Le disavventure amorose di Walter e Carolina”.
E non era la prima volta che Gattullo finiva in un’opera, era lì infatti che si ambientava anche il romanzo di Giorgio Faletti “Appunti di un venditore di donne”.
L’Ep d’esordio de I miei migliori complimenti è fatto da una serie di fotografie scattate alla fine di una relazione, ognuna corrispondente ad uno stato d’animo: un piccolo caleidoscopio dell’essere presi male al tempo dell’indie pop italiano, un po’ come se “500 giorni insieme” fosse stato diretto da Muccino.
In ‘Colazione da Gattullo’ si respira l’insofferenza di esser stati lasciati, escono fuori tutti i difetti di Carolina, colpevole di aver lasciato il nostro eroe armato di Mac, autotune e testi sagaci.
È una storia come tante, come dice Truppi nella sua ‘19 Gennaio‘: «Che banalità: tutte queste cose che pensavamo fossero solo nostre alla fine le vivono, le piangono (sentendosi tralaltro unici) diecimila altre coppie di cazzoni».
Ma noi le ascoltiamo lo stesso, perché altrimenti a cosa servirebbe la musica pop, ma soprattutto, a cosa servirebbero le recensioni?
Nella seconda traccia, ‘Alle fragole‘, emerge tutta la gelosia derivante dalla separazione: la produzione elettro-pop continua sulla falsariga del primo brano, la frutta è ancora protagonista – nella prima canzone era la volta dei mirtilli, ora more e fragole.
In ‘Morire di malinconia‘ si tira il fiato, il testo è più malinconico ed anche la musica gli va dietro, il basso è il vero protagonista del brano, si respira la frustrazione di non aver saputo comunicare davvero con la propria metà, che è anche un po’ lo specchio di questi anni digitali (oddio quanto mi senti vecchio a scrivere questa cosa così generazionale) in cui le parole non sono più inchiostro su un foglio ma solo testi inviati tramite un portatile, come dice lo stesso Walter.
Registriamo che anche i cantanti indie non riescono a pronunciare correttamente, come i nostri genitori, la parola “desktop”.
C’è sempre quel frangente alla fine di una relazione in cui entrambi sembrano ripensarci, in cui come nel film “Se mi lasci ti cancello” ci si ferma nel corridoio cercando di rimettere insieme i pezzi salvo poi capire che se si è arrivati fino a lì un motivo ci sarà.
Di questo parla ‘Le piante di plastica‘, di certo il momento migliore dell’Ep in cui testo e musica trovano l’equilibrio perfetto e l’atmosfera si fa finalmente meno plastica, più umana.
I sentimenti escono fuori e tutto sembra più necessario da cantare e suonare (anche il remix di questo brano è davvero notevole).
L’ultima canzone è la metafora della fine della parabola sentimentale, in cui ormai ci si è rassegnati e si cerca di voltare pagina: ‘Mi piaci ma voti 5 stelle‘, perché in fondo se c’è qualcosa di utile nella musica è proprio questa capacità di fare elaborare certi momenti negativi nella nostra esistenza.
“Le disavventure amorose di Walter e Carolina” è un piccolo compendio di quello che è oggi il mondo della musica emergente italiana. Ha però il merito di averlo, per certi versi preconizzato. Un album scritto prima che questo genere diventasse il versante mainstream della musica emergente.
Ci sono i Canova, i Gazzelle, Cambogia ed anche un po’ di Calcutta, ma forse a perderci altri dieci minuti di nomi ne verrebbero ancora.
Tutti artisti cresciuti nel solco, ancora fresco, tracciato da Contessa. Ma questo è un discorso che non va affrontato parlando solo degli autori, riguarda in generale tutto il circuito musicale.
La differenza tra questi nomi la fanno i testi, anche perché ad ascoltarli tutti insieme non sembrano voler prendere direzioni diverse dai sentieri maggiormente battuti al momento. Walter scrive bene e certe immagini sembrano prendere forma davanti ai nostri occhi durante l’ascolto ma musicalmente non c’è nulla che non sia già stato suonato o sentito.
Ad impreziosire il lavoro c’è un Lato B fatto dei remix dei brani affidati a 5 produttori diversi, che spaziano dal trip-hop alla trap.
In definitiva, “Le disavventure amorose di Walter e Carolina” è un disco che si lascia ascoltare e apre una serie di porte, oltre che sulla vita dell’autore e quindi sul suo doloroso passato amoroso, su quanto di positivo gli resta: la musica. Le premesse per anticipare qualcos’altro prima che diventi di moda ci sono tutte.