Metrognomi – Chiave di volta
“Chiave di volta” è il secondo disco dei Metrognomi, che come accaduto per “Share” (il primo lavoro in studio) scelgono la forma del free download con la speranza di raggiungere un ampio raggio di pubblico.
Avendo curiosato anche nel passato musicale della band veneta, la prima cosa che ho notato è come le sonorità più pop del primo lavoro si siano qui “incattivite” diventando più ruvide ed elettroniche, accompagnate da testi sempre ricercarti e al limite del cantautorato.
Un sound e dei riff molto anni ’80 (cosa che sembra andare di moda ultimamente) permettono sicuramente a chi ascolta il disco dei Metrognomi di viaggiare un po’ nel passato.
“Chiave di volta” è un disco ben strutturato ma allo stesso tempo un po’ confusionario: le dieci tracce contenute lavoro non hanno un filo logico.
Spesso quando si ascolta un disco si riesce a ricostruire in parte il percorso dell’artista stesso: nel caso dei Metrognomi sembra quasi che si siano affiancate molte idee assolutamente intelligenti ma distribuite nel modo sbagliato.
Si passa da un pezzo grezzo ed aggressivo basato sul sociale a brani che contengono una scia pop che ne sminuisce comunque il contenuto.
Il disco dei Metrognomi non è immediato e il timbro vocale risulta ripetitivo nella maggior parte dei pezzi, cosa che non aiuta l’ascoltatore: ciò non toglie, comunque, che “Chiave di volta” sia un lavoro ben pensato, suonato e ricercato specialmente nei temi trattati.
I brani di questo disco parlano di situazioni ed emozioni inserite perfettamente nella società che ci circonda oggi: dalla ‘Fuga di cervelli‘ si passa al tema della violenza con ‘Killer spa‘ (a mio avviso, il pezzo migliore); dall’anoressia di ‘La mia bambina non mangia più‘ al lavoro nero in ‘Produrre produrre‘.
Nel complesso “Chiave di volta” è un lavoro ben fatto, completo e assolutamente fluido: ascoltarlo senza pause risulta faticoso, fatta eccezione per alcuni brani che sicuramente meritano di essere posti in risalto.