Mathì – Figura
Per il loro nuovo disco dal titolo ”Figura”, i Mathì hanno scelto la forma creativa ed interessante del concept album optando per una fusione tra musica e fotografia che ha lo scopo di raccontare le contraddizioni dell’uomo.
Pubblicato ad aprile 2016 per l’etichetta partenopea Octopus Recordings, il focus di questo progetto sono i volti umani e le verità che nascondono: grazie alla collaborazione con la fotografa Michela Fabbrocino a nove volti si sono potute legare altrettante storie e così nove canzoni.
Colti nella loro realtà, a volte crudele, i personaggi delle storie presentano sempre delle giustificazioni siano esse di natura sociale, religiosa, morale o semplicemente personale, con una conseguente confusione delle differenze tra bene e male.
Grazie a questo lavoro sopraffino di ricerca, il disco ha un packaging molto originale, che si presenta all’esterno con il risultato di un cut cover (tratto distintivo delle produzioni Octopus Records) e che contiene all’interno un booklet composto da 9 scatti stampati su carta fotografica con i testi sul retro.
Per le nove tracce contenute in questo disco, le chitarre, il basso e la voce sono quelle di Francesco De Simone, il piano elettrico e i synth suonano sotto le mani di Antonio Marano, mentre della sezione ritmica (basso e percussioni) il tocco magico è quello di Francesco Tedesco.
La prima canzone che possiamo ascoltare dalla tracklist di ”Figura” è l’intro ‘Sensi’ che con andamento incrementale si muove su un testo ricco di richiami ad odori e a sapori dolci e pastosi.
‘Il lamento dell’idiota’ racconta la figura di un ricordo, di un immagine legata ad una donna oramai persa, magari per errore, sicuramente con rimorso.
La fame della carne e la promessa della distruzione di un cuore emerge in un sound soave in ‘Cannibale’ mentre è dark l’introduzione di tastiera di ‘Sincera’, che sembra riflettere allo specchio la figura di chi sa di essere parte del mondo in modo attivo e ricco di opportunità.
È stanco e ferito l’amore vissuto e sopravvissuto che i Mathì raccontano attraverso la splendida ‘Orchi-Dea’.
Traccia numero sei, ‘Furia nel bosco’ è un pezzo rock ed energico, dal testo affilato e preciso in cui si sospira per la salvezza da un pericoloso viaggio notturno entro una selva buia ed oscura, tra prede e predatori.
C’è posto per racconti da notte fonda in ‘Confessioni di uno sbronzo‘, che con leggiadria permette alla band di narrare una storia di solitudine e disperazione mai banale. ‘Teresa’ è una donna la cui vita si è piegata verso la cura di un uomo oramai consumato dalla vita e dalla fatica.
Infine ‘La bufera‘ è tutt’altro che tempestosa, essendo un brano ricco di delicatezza e di accortezze melodiose e lessicali.
Questo dei Mathì è un progetto interessante, un concept album che sceglie una raccolta di musica e di immagini in grado, assieme, di portarci di fronte ad un vero e proprio dipinto.
La prospettiva di ”Figura” è infatti in grado di proiettarci nell’immaginario di ben nove vite altrui, ognuna con la propria sofferenza e la propria felicità, ognuna con la propria espressione del senso del vivere stesso, che niente meglio della musica può raccontare.