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Manuel Rinaldi - Faccio Quello Che Mi Pare

Manuel Rinaldi – Faccio Quello Che Mi Pare


Con un titolo come ”Faccio Quello Che Mi Pare” l’intento sembra più che spavaldo, ma ad ascoltarlo, questo disco di Manuel Rinaldi, la denominazione scelta è la cosa che meno importa. Il genere di quest’album è legato al filone del cantautorato rock italiano che cerca di ribellarsi e di sfogarsi con lo strumento più bello, ovvero la forza impressa nella musica. E grazie ad un periodo trascorso in Inghilterra, lo spunto più utilizzato dal cantante di Guastalla (RE) è quello delle sonorità british rock, con un uso equilibrato di chitarre ruvide e graffianti e di melodie immediate e incalzanti, arrangiamenti minimali. Nelle canzoni un filo conduttore comune esiste, e corrisponde ad una spiccata dose di provocazione e ironia.

A comporre la tracklist di  ”Faccio Quello Che Mi Pare” troviamo undici tracce, caratterizzate da un sound deciso e ricco di energia.
‘Lo stato dei soldi’
descrive l’estrema importanza che nella società odierna è stata attribuita alla moneta ma se si chiudono i debiti ci si libera da legami velenosi come i soldi stessi. ‘L’ultimo giorno’ ondeggia il proprio rock su un ritmo molleggiante e narra delle opportunità e dei significati che la vita può riservare: dipende solo come da come decidiamo di affrontarla («Cerca di vivere, come non hai fatto mai»).
‘Faccio quello che mi pare’  è il brano che dona il proprio nome all’album ed esprime in modo più concentrato la convinzione di un artista che, giustamente, si è reso conto che essere sé stessi è la sola ed unica chiave della felicità.
Dagli echi un po’ grunge e dai richiami Nirvaniani come il nome della protagonista, ‘La tua faccia come quella di Courtney’ è disperata e rockeggiante, soddisfacente e rabbiosa al punto giusto. Virtuale e reale si mescolano fino a confondersi ne ‘Il mio Avatar’; ‘Non ho capito’ è un pezzo che tratta il tema dell’apatia, che può colpire chi viene respinto (o si auto – respinge) nei meandri dell’incomprensione e del vuoto.
Incontriamo poi un brano che rimanda all’esperienza di vita di Manuel Rinaldi, ‘Compro Un Volo Per La Libertà In Inghilterra’: il protagonista racconta una giornata ricca di immagini di sconforto e di speranza, di desideri e di staticità, di necessità di cambiamento.
«L’indifferenza è il peso morto della storia» diceva Gramsci e ‘Non far finta di niente’ esprime a modo suo questo concetto, perché Rinaldi in questo pezzo incita alla rivolta e all’uso della propria intelligenza. Nel mondo di oggi si continua a subire la presunzione di chi si considera a priori ”migliore”, come descritto in ‘La gente giusta’, ma sarà comunque lo stesso vuoto a risucchiare anche questa categoria, alla fine di tutto. ‘Lo fai per il mio bene’ è tenebrosa e ancora molto rock ed infine ‘Stanco degli Dei’ mette su una chitarra inizialmente acustica la dichiarazione stanca di una persona ormai avvilita da circostanze piene di futilità.

Manuel Rinaldi si conferma come un artista molto interessante, di carattere, in grado di farsi strada nel panorama rock nostrano con un talento di molto superiore a quello di molti suoi colleghi. A tal proposito, ha tutto il diritto di esordire con un espressione del genere di ”Faccio Quello Che Mi Pare”.

 

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