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Il Lungo Addio - Fuori Stagione

Il Lungo Addio – Fuori Stagione


Il primo full lenght de Il Lungo Addio, progetto di Fabrizio Testa, esce nel 2014 e porta il nome di “Pinarella Blues”, serie di brani che con l’incombere della stagione autunnale hanno portato il musicista romagnolo a riflettere su una spiaggia ormai vuota (Pinarella di Cervia) e sulle classiche solitudini che sopraggiungono nelle località turistiche una volta spenti i riflettori.
Testa torna ora con “Fuori Stagione“, e per non smentirsi e mantenere un legame col passato, racconta ancora di immagini estive: avventure futili con turiste in vacanza, piadine, riviera romagnola.

Il disco è prodotto da tre label  (Old Bicycle Records, Piadina Records, Wallace Records) e all’ascolto scorre piacevole.
Non si può parlare di un vero e proprio cantato: quello de Il Lungo Addio è più un racconto che si snoda tra ritmi lenti e a tratti asettici, con sonorità che rasentano l’equilibrio di un’emotività difficile (‘Le sei del mattino‘, ‘Una tedesca‘).
Non mancano tuttavia pezzi per così dire “incalzanti” (‘Fuori Stagione‘, ‘Dancing‘) anche se in tutte le basi elettroniche del disco si sente prepotente una staticità che, complice la timbrica di Testa, tende a smorzare i toni.
Il cantautore romagnolo è un’ottima penna, scanzonata ed irriverente quanto basta per risultare in ogni sua sfaccettatura mai volgare o scadente, ma musicalmente lascia un po’ l’amaro in bocca.

«”Fuori stagione” è forse il disco musicalmente più compiuto di Fabrizio Testa, anche grazie all’apporto di alcuni ospiti importanti come Xabier Iriondo (Afterhours, Todo Modo, Buñuel), Bruno Dorella (OvO, Ronin, Bachi da Pietra), Dany Greggio, Chet Martino (Ronin, QuasiViri) e Mirio Cosottini (Marco Parente, Xabier Iriondo)», recita un trafiletto.

D’istinto penso che tracce di Iriondo o Dorella, in “Fuori Stagione“, non ne sento.
Non che debba percepirsi ad ogni costo l’influenza di un guest, ma quando si decide di fondere le proprie forze con terze parti lo si fa per arricchire un sound, un brano, portando il proprio bagaglio musicale e mettendolo a disposizione dell’artista.
Penso.

Una seconda riflessione spontanea: perché ospitare in un disco di otto tracce brevi tanti nomi così importanti?
Testa sgambetta nel settore da parecchio tempo ed è lodevole la tenacia mostrata nell’autoproduzione in sei anni di ben sei lavori ed un 7″.
Ha una timbrica che ricorda vagamente il più noto Lorenzo Kruger dei Nobraino (ma forse è solo questione d’accento, essendo conterranei), ma Testa riesce ad andare oltre Kruger (a quanto pare c’è chi fortunatamente ci riesce), diventando ottimo interprete di ottimi testi.
Perché non osare maggiormente con le musiche, dunque?

Non reputo mai indispensabile l’apporto di tante personalità in dischi di artisti pseudo emergenti, poiché questo rischia di distogliere l’attenzione dalla vera essenza del lavoro.
Quando si legge “vi hanno partecipato Tizio e Caio” si parte già con un valore aggiunto che si dà quasi per scontato.
Si accende una spia nel cervello secondo la quale «Beh, se ci han messo manco anche loro per forza dev’essere qualcosa di ottimo questo disco».
Ascoltando attentamente “Fuori Stagione” de Il Lungo Addio si comprende il perché di una certa cupezza di fondo: si parla dell’ennesima stagione estiva che va a concludersi, a spegnersi – e questo può giustificare quella sorta di monotonia presente nel sound.
Forse, al contempo, andava fatto un lavoro più originale per evitare di rendere piatto un lavoro che, nei testi e nell’interpretazione, è realmente piacevole.

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