Los Refusè – Testoni
I Los Refusè sono una band che per molti potrà significare poco e nulla.
Ebbene, questa recensione serve, per quanto possibile, a rendere loro un po’ di giustizia.
Mentre l’Italia si sta riprendendo dalla sbornia di Sanremo (tanti auguri), mi rivolgo a quei pochi superstiti che non sono sono rimasti incatenati dallo sguardo di ghiaccio di Gabriel Garko, piuttosto che dai momenti più trash che ogni edizione di questa strana cosa definita “festival” è in grado di regalarci.
La giuasta terapia è “Testoni“, terzo lavoro in studio della band piemontese.
Sto parlando di un gruppo poco noto – come da protocollo – anche se, dopo l’ascolto dei dodici brani dell’album, urge spontanea la domanda: ma perché questo gruppo è poco noto?
Mi capita a volte di chiedermelo quando parlo di dischi di artisti emergenti, ma mai come ora mi sono trovato così in difficoltà a rispondere.
Insomma, i parametri (oggettivi) ci sono tutti: melodie orecchiabili e varie (un giusto mix tra parti acustiche molto folk e synth), testi magnetici (con picchi qualitativi molto interessanti: ‘Guardarsi dall’Alto’, ‘Il pesce di Carlotta’) che parlano di tematiche esistenziali e amore.
E poi, non da ultimo, un ottimo lavoro di produzione (memorabile il rumore delle onde in ‘Giganti dalla Testa Piccola’, un piccolo grande pezzo che già al secondo ascolto suona come un classico).
La voce solista, calda e gentile, dona all’album quel piglio cantautoriale che lo rende per molti versi criptico (ripenso a ‘Mare d’Edera’), eppure per nulla pretenzioso.
Da qui il termine ‘agricolo’, che loro stessi usano per definire non solo il loro sound, ma anche la loro filosofia.
I Los Refusè scrivono: «[La nostra musica] è qualcosa che nasce popolare, dal basso e senza troppe velleità (anche perché è un po’ così che abbiamo iniziato a suonare insieme), che può avere anche alcuni tratti rozzi e naif ma che trova la sua forza nella sincerità, nella genuinità e nella passione».
“Testoni” si conferma quindi un lavoro ricco di idee e spunti; un lavoro la cui essenza è proprio quella di essere di tutti e per tutti.