Lo Yeti – Le Memorie dell’Acqua
Lo Yeti, all’anagrafe Pierpaolo Marconcini, è un cantautore, chitarrista e pianista bolognese, fresco di pubblicazione con il suo nuovo disco ”Le memorie dell’acqua”.
Il suo nome d’arte richiama ad un essere che vive in una realtà del tutto immaginaria e che assume una forma differente in base alla soggettività di ognuno di noi: ed è così che la musica de Lo Yeti procede (per concretizzare in qualche modo una proiezione simile) unendo e decodificando immagini di vita personale a tonalità pop rock armoniose ed equilibrate, che permettono all’immaginazione dell’ascoltatore di viaggiarci sopra con leggerezza.
Le ispirazioni che hanno plasmato il percorso di crescita artistico de Lo Yeti spaziano dall’alternative rock di stampo americano e inglese al cantautorato indipendente italiano, dai Wilco a Lucio Battisti, dai Beatles a Umberto Maria Giardini.
Ed è quindi un background simile uno dei motivi per cui l’autore riesce a vestire ogni brano in modo diverso ed adeguato, sottolineandone l’intimità testuale e l’umore, già visibili grazie ad una vocalità dolce, accogliente e molto espressiva.
”Le memorie dell’acqua” è un disco piacevole ed elegante, in cui Marconcini unisce voce, chitarra piano e testi alla collaborazione preziosa del bassista Marco Milani e del musicista/fonico Pierluigi Ballarin, fondamentali per qiuesto progetto che rispetto al passato si è arricchito i ritmi e forme elettroniche, archi, synth e fiati.
Il disco de Lo Yeti si apre con un eco, quello di ‘Santa Madre dei Miracoli’: pezzo quasi folk, adornato da una chitarra carismatica e da una vocalità sensuale come il ritmo che la circonda. Non ci sono illusioni nel mondo dei protagonisti di questo brano, ma di sicuro ci sono certezze sulle proprie voglie.
‘Amore Bufalo’ è un altro pezzo molto pop, che tratta di un sentimento altalenante, scontroso, che deve colmare un «cuore vuoto a rendere».
La terza traccia, ‘Anidride’, parte da una chitarra elettrica e da un piano che fanno da rimbalzo alla voce di Pierpaolo che canta di un elemento aeriforme come una sensazione, che può viaggiare piano, sparendo e mescolandosi con tutti gli altri, invisibili seppur importantissimi, elementi.
Incontriamo poi la prima donna del disco, ‘Rita’, cui è dedicato un brano per certi versi molto romantico e di sicuro molto onesto e ironico, meno di quanto invece sia il pezzo successivo, ‘Intrepida’, ove si loda una donna sensibile, fantasiosa, meravigliosa.
Il mix tra il cantautorato moderno e le influenze brit-rock sono evidenti sulle note di ‘Uomo’, in cui fa da padrone il tema della crescita, il conflitto interiore e quello con i propri genitori e con il cuore, ma che si chiude con una promessa per cui ”balleremo assieme”.
Sguardi ”sessualmente espliciti” difficili da incontrare fanno parte de ‘La Nostra Rivoluzione’, che in realtà non riesce a compiersi ed è poi il momento de ‘La canzone dell’acqua’, che richiama il titolo dell’intero disco e che parla di un liquido che percorre le vene di un paesaggio e come una linfa vitale dona nuova energia.
A chiudere ”Le memorie dell’acqua” è ‘Sotto effetto della luna’, andante, dal gusto quasi blues e dal testo aromatico e ammaliante, che rende compiuto, seppur forse ”a metà” questo pezzo da 1 minuto e 39 secondi.
Un pezzo breve, come è in fondo questo nuovo album de Lo Yeti, che riesce comunque a infondere in solo nove tracce tanti spunti e tante espressioni interessanti e tra loro soprattutto coerenti.