Levante – Nel caos di stanze stupefacenti
Al suo terzo lavoro in studio, Claudia Lagona – in arte Levante – si ritrova combattuta tra il riprendere la strada scelta al suo esordio (dunque con pezzi ispirati al cantautorato nostrano) o dare continuità a quella imboccata con il suo secondo lavoro (“Abbi cura di te”, in cui la svolta pop è facilmente individuabile).
“Nel caos di stanze stupefacenti” inizia proprio dal ‘Caos‘ e sembra sì, di ritrovare la Levante degli inizi: peccato che la sensazione, buona, duri solo 1 minuto e 49 secondi.
Si passa all’ascolto dei pezzi successivi e si comprende che anche Levante è finita nel calderone dell’indie(sponente) italiano.
Strizza l’occhio al rap con ‘1996 La stagione del rumore‘, tenta la hit facile facile con ‘Io ti maledico‘ e tocca il fondo con ‘Non me ne frega niente‘, pezzo dalla musicalità nulla e dal testo ancor peggiore.
Probabilmente sarà la mancanza di idee che porta Levante semplicemente a cambiare il testo e riproporcela in versione ‘Gesù Cristo sono io’.
Ad un attento ascolto, sinceramente, con un nuovo cambio di testo ce la ripropone ancora come ‘Le mie mille me’.
Levante ha cercato in questo album una produzione musicale più complessa rispetto ai suoi precedenti dischi, lavorando molto su sezioni ritmiche potenti che poco possono se accompagnate a melodie povere e testi insignificanti, se non mascherare le lacune della scrittura dei pezzi stessi.
Brani come ‘Io ero io‘ o ‘Sentivo le ali‘ invece, passano all’ascolto come se non fossero mai passati.
Neanche la collaborazione con Max Gazzè riesce a produrre qualcosa di non scontato e così anche ‘Pezzo di me‘ risulta banale e sostanzialmente inutile.
‘Santa Rosalia‘ pone Levante come l’ennesima VIP che ci dice la sua su questioni socio-politiche il che, parafrasando una sua canzone, in definitiva «non ce ne frega niente».
“Nel caos di stanze stupefacenti” è un album in cui regna sovrano il Caos citato nel titolo: caos di idee e strutture musicali, ma anche di identità. Paragonata infatti, dopo i primi due album ad artiste come Carmen Consoli e Cristina Donà, ora Levante può tranquillamente continuare sulla sua strada, senza paura di dover essere paragonata a chi, a differenza sua, ha già dimostrato tanto.