Lello Savonardo – Bit Generation
Lello Savonardo è un professore universitario di sociologia.
Autore di diversi testi, nonostante la carriera accademica non ha mai del tutto abbandonato quella che sin da piccolo è stata una grande passione: la musica.
Già, perché Savonardo sin da bambino ha studiato pianoforte e se nella vita c’è stato un momento nel quale ha accantonato le note musicali, è stato solo in favore della sociologia.
Savonardo esordisce con il suo “Bit Generation“, disco che gli vede accanto la partecipazione di Edoardo Bennato ma all’ascolto ciò non basta a convincermi sulla qualità del prodotto.
Mi piace infatti pensare che questo voglia essere più un esperimento di sociologia che un vero e proprio disco con pretese “serie”: lo dico ad alta voce, col rischio di incontrare critiche da parte del professor Savonardo, ma con tutta la stima che posso riporre in ogni persona che nella vita si dedica alla musica, tra un brano e l’altro di questo “Bit Generation” c’è un divario troppo grande da colmare.
Laddove i testi rispecchiano un nostalgico cantautorato anni ’90, non sempre efficace, ben pochi brani si salvano da un’immaginaria ghigliottina.
Le chitarre di ‘Ridicolo‘ donano personalità al brano e sono il suono più interessante di tutto il disco, anche se le citazioni battistiane del testo mi son sembrate fuori luogo – o forse non le ho comprese?
Musicalmente buona, anche se tecnicamente “elementare”, anche la struttura de ‘I Nuovi Padroni‘ (elettronica).
‘Always On‘ sembra invece un brano indeciso tra suoni new wave e pop rock inglesi anni ’80, peccato che venga totalmente rovinato dal cantato.
L’unico pezzo completo sotto ogni aspetto è invece ‘L’equilibrista‘, ma qui siamo dinanzi all’ennesimo genere diverso affrontato da Lello Savonardo: un pezzo folk stupendo, ma che nulla ha a che vedere con il resto del disco.
Che altro aggiungere?
Un disco troppo variegato e troppo povero, che può riscontrare consensi tra chi non è abituato a sonorità raffinate.
Non si tratta di genere o di stile, tanto più che Savonardo qui ne affronta ben più d’uno: piuttosto, è questione di riflettere meglio sulla composizione, l’interpretazione e l’adatto accompagno musicale ad ogni brano.