Lechuck – Dovresti farlo adesso
Ammettiamolo: l’emocore ha molte sfaccettature e gradazioni ed ogni band è influenzata da generi musicali che rendono difficile e complicato inquadrare il genere in una definizione precisa.
Per questa ragione non è possibile fare entrare nel rigido confine di una definizione una band come quella dei Lechuck, trio torinese composto da Ulisse Moretti (batteria e voce), Loris Spanu (basso e voce) ed Enrico Viarengo (chitarra e voce).
I Lechuck hanno pubblicato lo scorso aprile il loro nuovo album, “Dovresti farlo adesso”, uscito per una cordata di etichette.
Il sound proposto dalla band è una fusione tra emocore, post-punk e post-rock, ma diverse anime riecheggiano nell’album e si avverte l’influenza di gruppi emo italiani come i Cabrera ma anche il post-punk dei Soviet Soviet.
I testi sono introspettivi, incentrati sulla complessità delle relazioni e sul rapporto con l’altro.
L’ascolto della prima traccia, ‘Colpa‘, comincia proponendo una sonorità che richiamerebbe il post-punk attraverso il connubio tra il basso e la batteria, e successivamente con la chitarra si dirama verso una tonalità differente che tende verso il post-rock, il brano poi si dispiega ulteriormente grazie al coro di voci emozionale.
Segue ‘Molla’, forse il pezzo più pop dell’intera opera, pura forza e impeto affettivo che si imprime nella mente dell’ascoltatore, il cui testo narra il ricordo di un litigio e la fine di una relazione – «noi non andiamo più a sincrono», cantano.
‘Molla’ è uno di quei brani che ha la capacità di rimanere impresso nel proprio animo sino ad imporsi nella memoria di chi lo ascolta.
La quinta traccia, ‘Mattonella‘, propone un sound shoegaze simile a quello dei My Bloody Valentine, sonorità oniriche accompagnate da voci sovrapposte maschile e femminile e, tra queste, una che ripete più volte un mantra, «non ti conosco», arrivando nel finale ad uno stato di indiscernibilità.
I Lechuck si soffermano a raccontare la complessità delle relazioni umane, le incomprensioni, le rotture e gli abbandoni.
Riescono a farlo in modo originale, rimanendo diretti senza mai rivelarsi monotoni.
“Dovresti farlo adesso” non è solamente il titolo dell’ultima opera del trio torinese, ma anche un invito all’ascolto di un prodotto artistico apparentemente semplice, ma intimistico che contiene ottime potenzialità per il futuro della carriera artistica del gruppo.