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Le Furie - Il futuro è nella testa

Le Furie – Il futuro è nella testa


Sono ragazzi giovani, freschi e indie quanto basta: sono Le Furie, e lo scorso 22 settembre hanno pubblicato il loro nuovo disco, ”Il futuro è nella testa”.

La band nasce a Firenze nel 2009 da quattro ventenni con alle spalle esperienze in varie band che nel 2010 fanno l’incontro della vita: quello con Taketo Gohara, che ne produce il primo disco.
È così che nel 2011 che entrano alle “Officine Meccaniche” del Maestro Mauro Pagani e vi incidono “Andrà tutto bene”.
Segue un’intensa attività sui palchi, anche grazie al tour di presentazione del disco con date in tutta la penisola e opening act di artisti del calibro de I Ministri.
Proprio con il cantante della band appena citata, Davide Autelitano, e con Taketo Gohara, Le Furie iniziano un lavoro si concluderà al Noise Factory di Alessio Camagni e alla Cùpa di Vinicio Capossela con la registrazione del secondo disco della band, “Il futuro è nella testa”.

“Il futuro è nella testa” è un disco leggero, dai temi quasi adolescenziali – o meglio, i temi della nuova adolescenza che stanno vivendo i trentenni di oggi.
Si comincia con In ‘Artisti da fast food’ dedicato alla caducità delle carriere moderne: c’è la nostalgia degli anni sessanta e di tempi ormai andati in cui non ci emozionava «solo ascoltando rumore» come avviene oggi. 
‘Camerieri’
si riferisce ancora alla nostra generazione e ai suoi doveri: c’è poi voglia di scappare sulle note de ‘Il Mare’, dedicata ad un amore desiderato ma non rintracciabile. 
Ed eccoci qui, al tempo, afflizione principale dell’uomo del passato e del presente: in ‘Se non avessimo più tempo’ si parla della paura che niente resti, di noi che ci rincorriamo senza mai abbracciarci e parlare per primi del giudizio universale.
Perché ognuno di noi prima o poi affronterà un giudizio universale, in un mondo dove «gli uomini son cani che si rincorrono».
Voce e piano colorano ‘Questo nostro continente’ che tratta il tema dell’amore e del fatto che va custodito in molti modi, anche dentro sé stessi.
Per l’ennesima volta Le Furie parlano dei loro coetanei: ‘Siamo messi male’ canta una generazione che è cosciente solo a tratti della propria miserabile condizione.
‘Confido in te’ parla d’amore e delle tante speranze ad esso legate in maniera inevitabile.
Tocchiamo poi il tema dell’enorme trappola culinaria in cui siamo caduti: ‘Cucine finte e telefilm’ sono la nuova droga – o religione- corrispondente alle serie tv ed alle ricette degli chef più o meno stellati.
Finalmente un po’ di sensualità, invece, sulle note isteriche di ‘Caterina’. 
L’ultima traccia è la title track e fa del tempo il suo protagonista: ‘Il futuro è nella testa’ esprime la paura di non avere più niente da amare, la voglia di cantare, la consapevolezza di non riuscire più a dormire profondamente e serenamente come quando eravamo bambini ma anche la rabbia che diventa bomba, che diventa forza.
Forza di vivere il futuro che abbiamo disegnato nella nostra testa.
Chissà quale sarà il futuro de Le Furie!

 

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