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John Smith – Hummingbird


Il nuovo disco di John Smith, brillante cantautore folk americano, si intitola “Hummingbird” ed è stato pubblicato il 5 ottobre scorso per Commoner Records, via Thirty Tigers.
Ascoltarlo regala una certa calma, forse per le chitarre mai aggressive, forse per questa vocalità così calda e virile, forse per i testi ricchi di sentimento e di quella solarità tipica del folk.

John Smith
regala ai propri ascoltatori musica folk moderna, nonostante le influenze derivanti dall’intramontabile stile degli standard del folk americano e inglese e dagli autori che hanno reso grande questo genere così immortale.
Nato nell’Essex ma cresciuto nel Devon, si è fatto le ossa nei bar e nei club di Liverpool, dove la concorrenza è dura e spietata e dove ha cominciato i suoi concerti, svoltisi nel tempo un po’ ovunque.
La sua è la reputazione del grande chitarrista e interprete, con una tecnica chitarristica incredibile e una voce inconfondibile: ha pubblicato 5 album e vanta oltre 10 milioni di ascolti su Spotify.

”Hummingbird” ci accoglie con la sua title track, una canzone d’amore decisamente dolce, come anche la chitarra di ‘Lowlands of Holland’, un vero e proprio racconto su un matrimonio molto complesso.
‘Boudica’ possiede echi sospirati e ben fatti, che fanno pensare quasi a canti mistici evocati da una tribù di Indiani d’America; la protagonista decide invece di seppellire qualcosa che un tempo la rendeva felice.
‘Hares on the mountain’ ci fotografa la bellezza dell’incontro tra uomo e natura e quello dei sorrisi di una giovane donna e di un giovane uomo, prima di lasciare spazio all’affascinante chitarra di ‘Lord Franklin’ e al romanticismo di una felicità perduta come quella di ‘Master Kilby’.
Prima della cover del classico folk ‘Willy Moore’, John Smith canta di fede e speranza in ‘The time has come’.
‘Axe Mountain’ è un brano energico, che smuove un po’ quella calma cui avevamo assistito finora, facendo una serie di giochi pirotecnici con le corde e con un testo cantato con dolore e con ira, sentimenti non troppo distanti dalla tristezza di ‘Unquiet grave‘, una tomba che quindi non è silenziosa perché contiene qualcuno che si è amato troppo.

Forse l’amore non può vincere sempre, e queste dieci tracce ce lo scrivono sopra le note abbaglianti di un disco folk ma per niente scontato, con la firma di un cantautore elegante chiamato John Smith.

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