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Jack The Thunder Band - What The Thunder Said

Jack Thunder Band – What The Thunder Said


Appena ho iniziato l’ascolto di “What The Thunder Said“, il secondo lavoro autoprodotto della Jack Thunder Band, ho subito iniziato a muovere la testa a ritmo di musica: il coinvolgimento dall’impronta tipicamente californiana e le armonie vocali tipiche del rock/country è stato immediato.

La band si è formata nell’estate del 2004 a Vanzaghello (MI) prendendo in prestito il nome da un personaggio brevemente apparso nella serie a fumetti pluridecennale di Tex Willer (Jack Thunder, appunto). Camminando sulle orme di “Tex“, pubblicato dalla italiana Sergio Bonelli Editore, la band ha lottato per recuperare il mito di un’America che forse non esiste più, ma che con tutte le sue luci e ombre è ormai intrinsecamente radicato nell’immaginario collettivo del nostro paese.

What The Thunder Said” è sicuramente un disco che va un po’ fuori dalla modernità che si tende ad ostentare oggi, volendo sempre essere i primi a cercare di creare novità.
In realtà questo atteggiamento non è quasi mai necessario e la Jack Thunder Band – composta da Paolo Brunini alla voce e basso, da Dario Simontacchi alle chitarre elettriche, da Andrea Merillo alle chitarre elettriche e acustiche, al banjo e all’armonica e da Stefano Brusatori alla batteria e alle percussioni – dimostra pienamente che anche ispirandosi a qualcosa di più “vecchio” e forse anche fuori moda si può creare comunque un prodotto bello e allo stesso tempo abbastanza innovativo, grazie soprattutto alla scelta stilistica.

La cosa che colpisce maggiormente è come la band sia stata fedele nel rappresentare “il sogno americano”: c’è molta speranza nelle loro canzoni ed un’accuratezza nei dettagli che porta sicuramente l’ascoltatore ad intraprendere quel viaggio mentale che vedrebbe chiunque seduto su una Cadillac a percorrere la Route 66 senza una vera e prorpia meta.

Un disco pieno di passione, quello della Jack Thunder Band, che senza strafare sa diverte e che permette sul serio a chi lo ascolta di lasciarsi trasportare in un viaggio estremamente itrospettivo; se avete bisogno di ciò vi consiglio di ascoltare queste otto tracce, ne varrà la pena.

 

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