Io e la Tigre – 10 e 9
Continui salti nel tempo!
Dopo l’Ep di esordio in cui ci avevano introdotto nel loro mondo (qui la recensione), Io e la Tigre (Aurora Ricci e Barbara Suzzi) coinvolgono e convincono definitivamente con il loro “10 e 9“.
Un sistema, il loro, fatto di suoni e melodie in stile punk-rock melodico ma anche di chiara ispirazione vintage (in particolare italiano).
Testi diretti raccontati con naturalezza ma anche urlati con decisione da Io in perfetta sintonia con la Tigre che crea l’ambientazione ottimale per ogni contesto.
L’album è un alternarsi di impeto e calma, irruenza e rilassatezza.
Lo stile è molto personale e trae ispirazione sia dalla scena cantautorale indipendente degli ultimi anni che dai classici del pop italiano degli anni ’60. In alcuni brani (‘I santi‘ e ‘Lentamente‘) sembra quasi di essere catapultati in una sala concerti di altri tempi!
Lo-fi, finte eco, tanto analogico.
L’album è un salto continuo nel tempo!
All’apertura con ‘Revolver‘ e ‘L’Appuntamento‘ Io e la Tigre mettono subito le cose in chiaro: chitarra elettrica, percussioni e voci decise. Quello che accade dopo si spiega con ‘Tu non sei il mio ex‘ brano potente che interrompe con irruenza le atmosfere rilassate e sospese in un tempo apparentemente lontano delle due ballate che la precedono e la seguono.
È questo il continuo alternarsi di ambientazioni e che ci viene proposto.
Le tre “storie” che seguono, ognuna con una propria carica emotiva (‘Lui è il mio cane‘ e la “cattiva” ‘Come un sasso in una scarpa‘) oppure onirica (Lui sta sognando, appunto) ci portano a Lei sa, rock puro in un crescendo di carattere e personalità!
E poi? Eccoci a quella che può essere l’essenza di tutto il viaggio: ‘Non hai vinto tu‘, la traccia in cui è più evidente l’alternarsi all’interno dello stesso brano degli stili e delle atmosfere che sembrano essere il marchio di fabbrica di Io e la Tigre.
Il lavoro si conclude con ‘Buonanotte‘ che riporta un po’ di calma dopo la burrascosa ‘Povero Cristo‘.
L’album è molto piacevole all’ascolto, merito sicuramente anche di un ottimo lavoro di composizione della traklist. Tutto scorre veloce, zero monotonia, un continuo passaggio dalle delicate melodie in stile vintage all’irruenza di percussioni e chitarra elettrica.
I testi sono intimi e immediati.
Le melodie ricche e volutamente parsimoniose nell’utilizzo degli effetti. Stile e personalità emergono con naturalezza fin dal primo ascolto.