Illegal Operation – Down
Gli Illegal Operation nascono ad Atene nel 2000, precisamente in occasione di un festival blues tenutosi quell’anno in Grecia.
Dopo svariati cambi di nome ed esibizioni, la formazione torna a darsi sentire con “Down”, uscito a cinque anni da “3rd Day”.
I mezzi sono principalmente due, l’improvvisazione e la ricerca del suono, cercando di riscoprire il lato oscuro e al contempo ottimistico del blues con influenze riconducibili al sound californiano di inizio anni ’80.
Feedback, distorsioni sporche, grande intensità ed espressività nelle note che delle chitarre che trovano sempre un sicuro supporto della sezione ritmica limitata ma efficace del basso e della batteria che fa da contorno alla voce di Manolis Angelakis che svolge un bel ruolo anche come secondo chitarrista, ottenendo nel complesso un risultato sonoro più profondo.
Merito sicuramente delle liriche tutto meno che scontate.
La strategia è quella di assemblare ciò che scaturisce da una jam session partendo da un tema cercando la sua evoluzione, si tratta tuttavia che a lungo andare si limita a regalarti belle emozioni alternando passaggi, come in quello di ‘I’ll change your mind‘, un po’ ostentati e per di più ripetitivi. È il rischio in cui si incorre nella stesura di brani molto di pancia, eccezion fatta per ‘Getting There‘ o ‘By a Pale Light‘, solo per citarne alcuni.
Qualche brano in meno avrebbe resto il tutto più coerente e non per forza facilmente fruibile, la scelta della tracklist centra l’obiettivo nel momento in cui ti impedisce di saltare i brani alla ricerca di qualcosa che intrighi.
La previdibilità e la durata di alcuni passaggi destabilizza la band greca, che avrebbe potuto sfruttare l’occasione con un’altra attitudine, quella di sorprendere oltre che lasciare un qualcosa.
Nella seconda ci sono in ogni caso riusciti, merito guarda caso di ‘Barstool Blues‘, sei minuti circa di The Black Keys in chiave stoner, più pesante, incisiva e determinata.