Hungry Like Rakovitz – Nevermind The Light
I bergamaschi Hungry Like Rakovitz, dopo circa tre anni dall’uscita dell’album “The Cross Is Not Enough”, hanno pubblicato il nuovo “Nevermind The Light” co-prodotto da una cordata di etichette.
Non appare semplice, sin dal primo ascolto, definire il genere che questa band esegue, creato da loro e definito grimecore – una fusione tra grindcore, sludge e black metal.
L’album si apre con un breve intro intitolato ‘Under a Wolf Skin We Lurk’ e segue ‘Dissident’, un brano piuttosto uniforme che potrebbe essere considerato come il preludio a tutto quello che verrà.
‘Inevitable Return To Darkness (Obscuritate II)’ introduce nel regno del grimecore espandendosi come una scarica elettrica composta da cambi di tempo frenetici, riff devastanti e una continua alternanza di growl e scream.
Le tracce, che si susseguono senza sosta, lasciano tra loro solo un intervallo di pochi secondi con i quali prendere un breve respiro per poi consentire un nuovo tuffo nel rumore. Tutto appare legato indissolubilmente e, man mano che l’album procede nel proporre i brani, ci si abitua a un respiro claustrofobico.
Improvvisamente, con il brano più lungo di “Nevermind The Light” (‘Pagan Terrorism (Obscuritate III)’ ), si cambia direzione, e l’intento della band sembra voler essere quello di far rallentare il respiro dell’ascoltatore: il ritmo si distende assieme alla linea vocale soltanto per alcuni minuti poiché, in un crescendo, il suono diventa rimbombante anche nei brani successivi.
L’ultima traccia, ‘Refusing Light’, un boato creato dalla chitarra e dalla voce, apre un percorso che sembra provenire da un pozzo profondo che, tuttavia, ancora una volta non permane e predispone invece ad un totale mutamento di atmosfera che diviene inaspettatamente minimalista e tutto acquieta.
“Nevermind The Lilght” propone dodici scariche di adrenalina modellate su atmosfere caotiche e capaci di colpire come un treno in corsa e consacra l’originalità del genere grimecore creato dal gruppo Hungry Like Rakovitz.