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Grimm Grimm - Hazy Eyes Maybe

Grimm Grimm – Hazy Eyes Maybe


Koichi Yamanoha aka Grimm Grimm, frontman della famosa band psychedelic-punk screaming The Tea Party, debutta quest’anno con il suo primo album da solista: un calderone nel quale si alternano brani dal gusto dream pop ad altri che ricalcano lo psych-punk da cui proviene l’artista.
Il brano che apre il disco è ‘Kazega Fuitara Sayonara’: Grimm Grimm utilizza una chitarra elettrica effettata come tappeto sonoro, al quale sovrappone delle percussioni dal gusto molto orientale che ben si amalgamano con la voce, che sembra recitare un mantra più che cantare. L’atmosfera che evoca è delicata, quasi fragile: ottima apertura che ci introduce a questo lavoro variegato e piacevole.
Lo schema compositivo, molto lineare, accomuna tutti i brani: non ci troviamo di fronte a un lavoro complesso e stilisticamente ricercato.
Spesso gli strumenti ripetono pochi accordi in loop per tutta la durata del brano; quello che ne risulta è un lavoro molto rilassante.
La dualità di generi in “Hazy Eyes Maybe” è marcata e facilmente distinguibile, infatti Grimm Grimm mostra l’impronta dream pop in brani come ‘Tell The Truth‘, ‘Teleportation‘ e ‘Hazy Eyes Maybe‘ dove la chitarra, molto semplice nella melodia, accompagna un canto sospirato e alto di tonalità.
Le liriche di questi brani in alcuni punti sembrano delle cantilene aiutate anche dalle non ottime doti Canore di Yamanoha.
La parte più psychedelic della produzione, che si ricollega al passato artistico di Grimm Grimm, è rappresentata dai brani ‘Driving Overflow‘, ‘Last Word Is Mine‘ (che peraltro ha una ritmica molto simile al valzer) e ‘Walk Into The Cold Water With You‘, che è anche la canzone più movimentata di tutto l’album e che strizza l’occhio al rock psichedelico anni ’60.
Vi è anche posto per una traccia ambient, ‘Robert Downey Syndrome‘, unica di tutto il lavoro ad essere realizzata per la maggior parte con strumentazione elettronica: il sound è standard e non spicca per originalità.
Molto strana invece la decisione di includere un brano noise rock, ‘Knowing’, che ricorda molto Chelsea Wolfe, e che stona con tutte le altre canzoni dell’album (dalla chitarra acustica molto leggera si passa ad una chitarra elettrica molto distorta e ad una batteria pesante).
Hazy Eyes Maybe” è un’opera piacevole e variegata, che non spicca sicuramente in originalità ma che si lascia godere senza problemi.
Se sentite il bisogno di un album che vi faccia staccare da virtuosismi e sperimentalismi vari, l’ultimo lavoro di Grimm Grimm fa al caso vostro.

 

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