Grandi Navi Ovali – All You Can Hit
«Domani mi alzerò presto, correrò contro me stesso…»
Le Grandi Navi Ovali risolvono, forse, a modo loro l’eterna diatriba tra generi musicali mettendoli tutti insieme. Il risultato è tutt’altro che scontato.
“All You can Hit” è una sorta di frullato di pop, rock, new wave e musica non-sense. Già dal titolo si capisce che la band, proveniente dalla provincia milanese, ama spiazzare e giocare con le parole. Per tutti basterebbero i titoli di canzoni come ‘Mannaggiallavita‘ e ‘Felipe Sodinha‘.
Tra i gruppi che hanno come ispirazione spiccano contrasti come Pavement/Gigi Dag e Dinosaur Jr./Cosmo.
La cassa dritta mischiata a testi sarcastici e conditi da simil-bestemmie rendono tutto il lavoro una continua scoperta fatta di citazione da football nerd, amanti delle serie TV, film e libri (notevole la citazione dal titolo del libro di Paolo Sorrentino) e inguaribili romantici un po’ spudorati.
C’è una via diversa che porta al Pop, in giorni in cui si discute tanto di mainstream, di compromessi e di purezza della musica un disco come quello delle Grandi Navi Ovali ci lascia un messaggio molto semplice, poche pippe mentali. La cassa dritta non è più una bestemmia e non è più sinonimo di scarsa qualità, ce lo dicono dischi come quello di Cosmo che è riuscito appunto a coniugare cantautorialità con un’impostazione da club. Ma mescolare il pop con la new wave risulta la parte vincente dell’ esperimento in questione, solo per questo val bene un ascolto di questo album.
Le ritmiche poi riescono a variare tra ritmi più spinti e ballate romantiche.
‘Sfortuna’ che vede il featuring dei Voina Hen, band di Lanciano, riesce a trovare il giusto mix tra testo e musica, lasciando intravedere le reali potenzialità di una band del genere che può andare anche oltre i testi sarcastici per provare ad usare il suo sound per dire anche qualcosa di più. Perché è questo che da una buona Band ci si aspetta, provare a superare i propri limiti. Canzoni che lascino qualcosa, e se la strada intrapresa è questa l’importante è non perdersi per strada.
Il disco riesce infatti anche a trovare spazio per andare più a fondo nel background della band, canzoni come ‘Per questa notte ed altre cento’ mostra cosa si può celare dietro una persona apparentemente tranquilla, è un momento di debolezza nella vita di qualcuno che si sforza di sembrare a posto, mentre invece sotto le apparenze si celano ben altri oceani da esplorare. Forse proprio un brano del genere può servire da metafora e spartiacque per trovare una quadratura del cerchio. Perché dischi come quello delle Grandi Navi Ovali sono piacevoli se scritti una volta, ma risulterebbero scontati se ripetuti in futuri lavori.
Ci si muove, canzone dopo canzone, tra i Soviet Soviet e l’universo Garrincha.
C’è un modo per incanalare la rabbia senza uscirne depressi e in “All You Can Hit” lo si trova, alternando paranoie e cazzeggio, pogo e canzoni gridate tutti in coro. A fine serata si resta in giro vagando per la città senza una meta, con una musica in testa.
Fondamentalmente il disco delle Grandi Navi Ovali è questo, un viaggio senza meta che dura tutta la notte, per non pensare, per non guardarsi dentro, lasciando trasparire mondi con cui domani faremo i conti, magari scrivendoci belle canzoni micro wave.
Un viaggio che «porta ovunque ma non qui», quantomeno non ora.