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Gli Altri – Prati, Ombre, Monoliti


Gli Altri, band di Savona, ha pubblicato il nuovo album dal titolo “Prati, Ombre, Monoliti”, proponendo un hardcore atipico con l’inserimento del violino elettrico che consente incisioni squisitamente post-rock.
Il disco è un manifesto di critica sociale e apertura a un futuro migliore dove, come direbbe Gadamer, “essere-l’uno-con-l’altro” significa ricreare spazi e relazioni umane quelle che il nostro tempo veloce sta facendo estinguere.

Gli Altri non scendono a compromessi: l’inizio, con ‘Prati’, è infatti diretto e immediato: gli strumenti assieme alle voci di Gabriele Lugaro e Andrea Nocco dirompono fin dal primo minuto schiariti da un riff di chitarra cui si aggiungono gli altri strumenti, soprattutto il violino di Manuel Rosso che crea un atmosfera malinconica, mentre  l’intromissione delle voci sempre contorte non prevaricano sulla sonorità.
‘Oltre la collina’, brano caotico, è vera e propria dinamite che esplode nella dichiarazione di disistima nei confronti di una società che annulla le emozioni – «un genocidio elevato a sistema/ lo sfruttamento in nome di un progresso»e impone la propria visione di un  mondo standardizzato e omologante.
Di grande intensità ‘Nuovo e diverso da te’ , traccia che si dischiude lentamente e lascia spazio agli strumenti, che velocemente si susseguono in un crescendo diventando irrequieti, ben sostenuti da una batteria martellante, sino a creare un’armonia inizialmente assillante per trasfondersi in  un’atmosfera trainante, che si accorda a quella precedente per creare, in conclusione, un rilassante frastuono incalzante.
‘Idomeni’ è un minuto e quarantatré secondi di puro hardcore punk , affronta temi attualissimi ed esprime  la collera contro un sistema disumano che pone barriere e costringe ad una claustrofobica fobia dell’altro.
“Prati, Ombre, Monoliti” è un monolite, come argutamente suggerisce il titolo, un vero e proprio grido contro una realtà sbagliata che condiziona sin nell’intimo gli individui a tal punto da privarli di umanità e renderli apatiche  macchine da produzione. Gli Altri attraverso questo interessante lavoro hanno dimostrato ancora una volta che la musica può e deve essere  strumento di denuncia come esplicitamente dichiarano in  ‘Ombre’ – «l’era postmoderna è costellata di imbecilli reazionari/ come era in passato e come sarà in futuro./ Non esistono strade da percorrere ma muri da abbattere»dirigendo l’aspettativa verso il ritrovare «un eremo felice riflesso nei tuoi occhi cattura la bestia che è in me/ amplifica ogni singola emozione facendola esplodere in cielo./ Come se vibrasse tutto affianco a noi».

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