Giorgio Barbarotta – Un fedele ritratto
E’ con Un fedele ritratto che Giorgio Barbarotta cantautore trevigiano classe 1972, torna sul mercato musicale autoprodotto.
12 canzoni inedite per un lavoro strutturalmente incentrato sulla forma canzone, ma stilisticamente improntato alla ricerca lirica, sonora e ritmica.
Per pubblicarlo il cantautore ha chiamato a raccolta la sua squadra di fedelissimi: Nicola “Accio” Ghedin alla batteria (Estra, Giulio Casale), Stefano Andreatta al basso (Manodopera, Wharthey), Giulio Moro alla chitarra (El Deyma) e l’ausilio live di Angelo Michieletto, ancora chitarra.
Barbarotta insiste sulla coesistenza tra linguaggi diversi proponendoci un disco (il quinto a suo nome) quanto mai personale, autarchico e ricercato, ricco di molteplici sfumature musicali e difficilmente catalogabile.
Poesia, rock elettrico, cantautorato folk, amosfere jazzy, un pizzico di psichedelia ed elettronica: tutto questo e molto altro ancora.
Sono brani pieni di emozioni e visioni introspettiche.
Il lavoro autobiografico è spesso sottolineato da una vena sarcastica e quasi arrabbiata nei confronti della vita o del quotidiano, anche se la voce spesso non lascia trapelare questo tipo di emozioni.
E’ una linea vocale, la sua, un po’ piatta e inemozionale che contrasta un po’ con la ricerca dettagliata delle sonorità.
Un buon prodotto tutto sommato, forse sull’eco del “già sentito” nel mercato italiano.