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Giant Gutter From Other Space - Seft Adrift

Giant Gutter From Other Space – Seft Adrift


Seft Adrift” è l’esordio dei Giant Gutter From Other Space, duo basso proveniente direttamente da Curitiba, Brasile, e formato da Hernan b. de Oliveira e Johnny r. Rosa.
I due musicisti mostrano d’essere davvero in gamba proponendo una sorta di progressive-metal che non nasconde la sua natura sperimentale.

Il brano che dà il nome all’Ep, e anche all’inizio del lavoro in studio, impressiona a dir poco: la quiete prima della tempesta, quasi si stenta a credere che dietro a tutto ciò vi siano solo due persone.
È difficile doversi rassegnare a quest’idea quando ci si trova davanti ad un muro di suono corrosivo ed aggressivo, valorizzato dalla ricerca in termini di composizione.
Dei suoni decisamente sludge ci si accorge soprattutto in ‘Sprawl ‘, brano più ponderato rispetto al resto del disco ma che si lascia andare a continui break down.
I Giant Gutter From Other Space sono bravi a mantenere la soglia dell’attenzione alta nonostante la tendenza al noise-stoner.
È difficile non annoiare in assenza di una voce, è il mostro che ogni band strumentale deve riuscire ad uccidere ma che molte volte finisce, purtroppo, per avere la meglio.

Seft adrift” è il disco consigliato a chi è alla ricerca di sonorità a cavallo tra il progressive e lo sperimentale, mantenendo una componente metal che fa la differenza.
La presenza incessante del doppio pedale potrebbe stufare alcuni, ed un uso meno evidente avrebbe permesso di rendere il tutto meno frenetico e fine a sé stesso.
Fortunatamente, questo capita solo in alcuni episodi spalmati lungo tutto l’Ep – è pur sempre il rischio che si corre quando si ha la vocazione per questo tipo di progetti.
Inutile soffermarsi sul fatto che si tratta di un prodotto per pochi ascoltatori, ma si tratta in ogni caso di una band che attira ed incuriosisce.
Due aspetti evidenti e che saltano subito all’occhio sono sicuramente il nome (suggerisce “Killer Klowns From Outer Space“, parodia capolavoro horror trash di fine anni ’80) e l’artwork di copertina (minimalista).

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