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Get Well Soon - Love

Get Well Soon – Love

Le tempistiche necessarie al parto di un lavoro discografico non hanno mai spaventato Konstantin Gropper e soci, che con il progetto Get Well Soon sono pronti a tornare sotto le luci dei riflettori.
Dopo un silenzio di un paio d’anni dall’ultimo Ep, ed un qualcosa in più da “The Scarlet Beast O’Seven Heads” (forse l’album più deludente della loro discografia), la band tedesca si rimette in gioco alla grande. Se con il lavoro precedente ci siamo lasciati alle spalle un album pretenzioso e scarno, con “Love” la vena creativa di Gropper sembra essersi rinnovata.
Forse vi sarete stufati di ascoltare dischi che parlano di buoni sentimenti, ma d’altronde, c’è qualcosa di diverso nell’aria in questo periodo?

Il quarto album a firma Get Well Soon uscirà il 29 gennaio ed è un percorso emotivo che si snoda attraverso lo studio, l’approfondimento e la voglia di capire l’amore affrontando il tema in 11 tracce.
Se da un lato siamo abituati all’idea dell’amore romantico, quello che nei primi momenti di una relazione fa retrocedere chiunque allo status di quindicenne-con-gli-occhi-a-cuore, in “Love” c’è qualcosa di più profondo ed importante rispetto a questo: si tratta, semplicemente, di consapevolezza.

Le melodie, seppur diverse tra loro, non esagerano mai: si mantengono sobrie, in bilico tra una malinconia sognante e al contempo intrisa di echi cinematografici – forse un’influenza, quest’ultima, dovuta grazie alle esperienze di Gropper come autore di diverse colonne sonore.
Gli unici momenti colorati e sopra le righe di “Love” si incontrano con ‘Young Count Falls for Nurse‘ e ‘It’s a mess‘, brani che già dal titolo evidenziano tratti per forza di cose riscontrabili anche negli arpeggi (un giovane conte che si innamora di un’infermiera e, nel secondo brano, il caos, la confusione tipica di quando si scopre d’essere attratti da un’altra persona).
Questo dei Get Well Soon è un bel disco dal sapore indie pop e folk, nonché il disco che nessuno si aspettava dalla band tedesca.
Evidentemente spogliatasi delle accezioni rock, in “Love” non manca la ricerca sonora che lascia il passo, però, a suoni più immediati ed accessibili.
Nonostante il cambio di sonorità, sono proprio la componente intima ed il sapore da grande pellicola che rendono questo disco un ascolto assolutamente imperdibile.
Come non apprezzare il lento fluire di ‘33‘, l’ironia di ‘Eulogy‘ e l’incedere evocativo di ‘Marienbad‘?

 

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