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Galapaghost – I never arrived


Dodici brani tracciano il percorso deciso da Galapaghost, all’anagrafe Chasey Chandler, per raccontare il proprio io attraverso questo terzo disco, intitolato ”I never arrived”, self-producted in Italia, dove Casey lo ha registrato grazie anche ad amici come Federico Puttilli dei Nadàr Solo.

Scritto comunque in Belgio, ”I never arrived” è stato pubblicato il 9 gennaio ed è un frutto di cantautorato pop – rock che grazie ad  un toccare di corde affiancato deliziosamente da una voce dolce amara ha l’intento di narrare storie variegate, spesso pregne di amore e di riflessioni derivanti da un processo di osservazione compiaciuta di un universo complicato ma bellissimo.

Lo introduce un brano dalle sfumature oniriche ‘Mazes in the sky’, che fa già capire la direzione che il disco potrà prendere, ovvero quella che si adagia sulle curve della dolcezza: è tangibile il fatto che chi ha scritto brani di questo tipo è un uomo innamorato.
Questo influenza notevolmente anche il secondo e bellissimo brano, ‘Science of lovers’, con quell’impossibilità di pensare a sé stessi senza l’altro/a.
Una velocità di esecuzione superiore è quella di ‘Salt lake city’, una canzone sulla capacità di far innamorare, mentre ‘Mister Mediocrity’ fa ricordare come quest’album sia stato creato durante un momento di solitudine di Galapaghost che, a Bruxelles, non conosceva né la lingua del posto né troppe persone. La voglia che ne emerge è quella di cambiare e di migliorare, uscendo da un limbo di inutilità molto oscuro.

Introdotto da note di pianoforte e poi di chitarra, ‘I never arrived’, il brano omonimo all’album, nel complesso realizza la sensazione di disillusione e di stanchezza di qualcuno che, convinto di poter volare, si rende conto che questa capacità non spetta a chi non possiede davvero un paio di ali.
La forza delle vitamine si esprime in musica in ‘Vitamin D’ la quale ondeggia sulla leggerezza di un sopravvivere assorto.
‘The greatest roommate’ è dedicata ad un compagno di stanza molto particolare mentre segreti romantici vengono svelati in ‘The secrets our body keeps’, come una serie di conseguenze inarrestabili nel linguaggio chimico che si instaura tra due persone che sfogano uno i propri sentimenti sull’altro/a. ‘Somewhere’ racchiude un mondo sognato e meraviglioso, luogo di pace dove poter risplendere e poi fiorire, come in ‘Bloom’, in cui speranza e sorrisi si fondono in un quadro luminoso e ricco di colore.
Ma c’è un contrastante addio in ‘Goodbye (My Visa Arrived)’ brano ispirato alla dispersione emotiva del viaggiatore costretto a spostarsi non solo dai luoghi ma soprattutto dalle persone incontrate in essi, con tutto il dolore che ne ricalca le ferite.
C’è però un posto unico, ‘Our place’ che concentra al suo interno emozioni e bellezza, gioia e ricordi, in quel gioco complesso che è l’amore.

Lasciatevi cullare dallo spirito di Galapaghost, un viaggiatore capace di mettere in musica, con delicatezza, tutto quello che un innamorato errante incontra lungo la sua tortuosa (ma al suo termine luminosissima) strada.

 

 

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